Simone De Marco ha giocato un solo anno ad Avellino ma ha un grande ricordo di questa piazza che segue sempre con piacere. Lo abbiamo sentito in esclusiva ai nostri microfoni: 

Un anno ad Avellino (2019/2020), sconfitti ai playoff. Che ricordi hai di quell’annata?
"Ho un ricordo bellissimo di quella stagione, dopo una partenza difficile facemmo una grande cavalcata che ci permise di arrivare ai playoff, togliendoci tante soddisfazioni, venimmo eliminati poi dalla Ternana".

Dopo le difficoltà iniziali, quest’anno l’Avellino ha finalmente raggiunto la B. A chi vanno i maggiori meriti?
"I meriti vanno a tutti i componenti dell’ambiente: giocatori, staff, società e tifosi che spesso sono l’arma in più in piazze come Avellino".

Con l’arrivo di Biancolino tutto è cambiato. Da calciatore quanto ha inciso il cambio tecnico nella testa della squadra?
"Sicuramente è stato fondamentale l’impatto che ha avuto mister Biancolino, credo che grazie al suo carisma abbia saputo scuotere gli animi dei suoi calciatori che comunque partivano da basi tecniche importanti con tanti giocatori anche di categoria superiore. La testa fa tutto nel calcio".

Nell’anno in cui hai giocato ad Avellino, a marzo subentrò la famiglia D’Agostino. Che ricordi hai di loro? Le loro ambizioni erano alte già nel 2020?
"Si, il presidente D’Agostino subentrò poco prima di marzo ma dopo poco ci fermammo per il Covid per poi riprendere i playoff a luglio. Le nostre strade si divisero ma notai da subito che il presidente e la società avevano come unico obiettivo quello di riportare l’Avellino in B".

Conoscendo la piazza, quanto ha inciso la spinta del pubblico sulla vittoria?
"Credo sia stata a dir poco fondamentale, vivono di calcio, morirebbero per l’Avellino e te lo trasmettono. Giocare al Partenio è un’emozione unica".

Dopo anni di C, l’Avellino ritorna in B. Che squadra ti aspetti in cadetteria?
"Dopo una vittoria di un campionato credo che con l’entusiasmo potranno fare un ottimo campionato in B, partendo già da una buona base e inserendo qualche innesto di categoria".

In squadra con te c’era Gabriel Charpentier che ora calca i campi di serie A con il Parma. Già nell’Avellino si intravedevano le sue qualità?
"Sì assolutamente era un talento puro, forza e tecnica, purtroppo, se non sbaglio poco dopo gennaio si ruppe il crociato ma poi si e ripreso alla grande. Quell’anno tra l’altro ci fu anche l’esplosione di Parisi che di certo contribuì a farci raggiungere quei risultati in classifica". 

Sezione: Esclusive / Data: Gio 15 maggio 2025 alle 11:25
Autore: Daniele Luongo
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