Felice Evacuo si è raccontato nel corso della trasmissione "Miti" in onda su PrimaTivvù. L'ex attaccante dei biancoverdi ha ricordato la sua esperienza con l'Avellino: "Ad Avellino arrivai quasi per caso, ero rimasto svincolato e le offerte che ricevetti non erano di mio gradimento. Poi mi dissero che c'era la possibilità di andare ad Avellino e dissi subito di sì, senza neppure parlare di contratto. Mi presentai il primo settembre alla porta carraia dello stadio e da lì iniziò un'avventura esaltante. Durante la stagione fummo quasi perfetti, arrivammo sotto di due punti al Rimini ma non vincemmo lo scontro diretto. Avevamo uno spogliatoio importante, sapevamo di poter andare in B anche se c'era il Napoli da affrontare. Quella squadra aveva troppo carattere per arrendersi al Napoli. Quando andammo al San Paolo cercammo in tutti i modi di non perdere e ci riuscimmo, per avere il vantaggio della classifica e il nostro pubblico dalla nostra parte. Fummo bravissimi a rischiare il meno possibile e a pareggiare la partita. 

Io, Diego Palermo e Vanin ci spogliavamo quasi in disparte rispetto ai big della squadra, che venivano rispettati e visti in modo diverso. Prima della partita col Napoli eravamo convinti di poter vincere la partita, un pizzico di tensione l'avvertimmo soltanto al San Paolo, ma dopo lo 0-0, sul pullman, nel viaggio di ritorno, eravamo consapevoli di essere stati in grado di fare quello che volevamo. 

Quando rientrai ad Avellino dal prestito alla Torres mi fecero capire che avrei giocato titolare. Partimmo benissimo, si capiva che avevamo una squadra forte. All'inizio giocavo in coppia con Grieco, perché Biancolino era infortunato. Tornai molto carico, avevo acquistato consapevolezza dopo i 16 gol segnati con la Torres, senza battere rigori. A gennaio ci fu un piccolo intoppo, Pugliese mi vendette al Genoa in Serie B e le ambizioni nella mia testa cambiarono. Poi l'affare non si fece più e rimasi ad Avellino. Nella mia testa scattò qualcosa, che mi ha fatto reagire negativamente. Non ero maturo. Però riuscimmo a vincere ancora il campionato col Foggia, anche se arrivammo un po' scarichi perché pensavamo di arrivare primi. Ricordo il gol subito dalla Ternana al 94', nel 3-3 finale, e quel risultato ci fece perdere contatto col Ravenna. 

Il segnale che le cose stavano girando bene ci fu in semifinale, quando Moretti segnò su punizione contro il Taranto, dopo che loro sbagliarono un paio di buone occasioni. Contro il Foggia ricordo che anche perdere 1-0 sembrava andarci bene, al ritorno ci giocammo il tutto per tutto, in dieci uomini, con quattro, cinque attaccanti. Poi arrivò il gol di Rivaldo che rimane nella storia. Giocò pochissimo, fu rispolverato da Vavassori che lo aveva allenato nelle giovanili. Rispetto a noi era meno coinvolto emotivamente e quel gol lo reputo quasi un sogno". 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Mar 24 maggio 2022 alle 10:22
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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