Roberto Carannante, indimenticato difensore dell'Avellino che guadagnò la promozione in B nella finale playoff di Pescara contro il Gualdo degli anni 90, a Radio Punto Nuovo parla dell'Avellino di oggi: "La serie D non c'entra niente con l'Avellino, squadra blasonata con grande storia e grandissima tifoseria, è una categoria che non ha niente a che fare con questa piazza. Ma purtroppo si è ripartiti da qui e per fortuna con una società forte, che ha voglia di risalire subito la china; la squadra secondo me è importante, ci sono tutti i presupposti per far bene e salire subito in Lega Pro, anche se vincere un campionato in qualunque categoria non è mai semplice. L'Avellino ha buoni giocatori ma è importante anche che si calino nella mentalità giusta dove magari vai a giocare su campi con pochi spettatori e trovare la concentrazione giusta a volte diventa difficile.

Al di là del discorso del giocare bene ed essere propositivi, vince anche chi ha la difesa piu' solida ed equilibrio, nel calcio moderno si vince in 11, si è concentrati sulle situazioni, sulle palle inattive, lottare su ogni palla e concentrati 90 minuti, anche in situazioni in cui l'ambiente esterno ti dà l'impressione di giocare un'amichevole. La regola degli under? Secondo me è ingiusta, perché quanti under bravi ci devono essere per accontentare tutte le squadre di D? E se un ragazzo è realmente bravo magari non scende neanche nei Dilettanti. Sceglierli bene è la cosa piu' importante a prescindere dagli over, bisogna dare molta importanza a questo aspetto ma l'Avellino saprà dove e cosa cercare". 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Lun 26 novembre 2018 alle 16:23
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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