Lo scorso campionato fu caratterizzato dai fasti della promozione dalla Lega Pro. L’attuale stagione, invece, è contrassegnata dal desiderio di tenere i piedi ben saldi in cadetteria per poi magari tentare nel 2026-27 il colpo del ritorno in una massima serie assente che manca dal 1987-88. Era l’Avellino di Franco Colomba capitano, Walter Schachner, Andrea Agostinelli, Nikos Anastopoulos, Stefano Garuti tanto per citarne solo alcuni esponenti. La squadra di Raffaele Biancolino sta facendosi tutto sommato rispettare con un decimo posto che rende la zona playoff ancora pienamente accessibile, necessiterebbe però di migliorare un po’ il suo quoziente realizzativo che al momento dice diciotto reti contro le 26 subite e con uno sbilanciamento tra fatto e subito da colmare. Rispetto alla scorsa, trionfale stagione, alcuni indicatori sono in effetti in discesa, pur volendo considerare naturalmente il diverso grado di difficoltà nell’affrontare la serie B rispetto alla categoria da cui la squadra proviene. 

Il raffronto tra le partite 

Lo scorso campionato, dopo quindici giornate, l’Avellino era andato a bersaglio in dieci occasioni e in tre aveva segnato oltre due reti. Nell’attuale campionato il bilancio è cambiato di poco con nove partite con reti annesse e due con oltre due reti. Il record realizzativo del 2024-25 quando la squadra si sbarazzò al Partenio-Lombardi del Messina liquidandolo con un secco 6-0 rimane al momento ineguagliato. 

Il raffronto nel numero di mercatori 

Rispetto al 2024-25, il numero di marcatori che sono andati a bersaglio dopo quindici uscite è rimasto quasi stabile: dodici furono lo scorso campionato, quest’anno sono invece undici e in ogni caso il fatto che la famiglia si sia mantenuta ampia sul piano realizzativo è sicuramente qualcosa che fa ben sperare sul rendimento futuro della squadra, essendoci più voci soliste in grado di spingerla nelle porte avversarie. 

La flessione nel numero di reti 

Se il numero dei mercatori si differenzia di poco, vi è invece una sostanziale differenza nel numero di gol messi a segno. La scorsa stagione, dopo quindici turni, furono infatti 27, nell’attuale il bilancio è sceso invece a diciotto, fatto sempre salvo il discorso del diverso grado di difficoltà della categoria ma comunque con la necessità di un incremento nel numero di cecchinaggi per poter cercare di strizzare l’occhio ai playoff, obiettivo in questo momento alla portata degli irpini. 

Il raffronto tra i marcatori 

Scendendo nello specifico delle marcature, nel 2025-26 sembra mancare un giocatore che sia in grado di garantire una certa continuità realizzativa ampia. Per specificare meglio il discorso, sarà utile bussare ancora una volta alla porta dei dati del 2024-25. Dopo quindici turni, infatti, il leader indiscusso tra i goleador era Patierno che aveva profanato le porte avversarie in otto casi, seguito da Sounas con 5, Gori e Russo con 3 e, con un bersaglio a testa, Enrici, Mancini, Frascatore, Rigione, Vano, D’Ausilio. Mutanda e De Cristofaro. Quest’anno, invece, il più prolifico risulta essere l’ex Catanzaro Biasci fermo però a quattro reti, meno di un quarto di quelle complessive, seguito da Simic con tre e Russo con due. La famiglia dei plurirealizzatori non contempla al momento altri nomi, essendo invece Sounas, Palumbo, Crispi, Besaggio, Kumi, Lescano, Insigne e Missori tutti fermi a quota uno. L’Avellino ha quindi indubbiamente le carte in regola per sedersi al salotto buono, tuttavia, per poter innaffiare a dovere la piantina dell’obiettivo, sembra imporsi un numero più consistente sia di marcature che di reti in capo a un unico marcatore in grado di dare abitualità realizzativa. 


Cristiano Comelli

Sezione: Focus / Data: Mer 10 dicembre 2025 alle 14:00
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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