Fabio Esposito, 36 anni di Nocera Inferiore, è al quarto anno al fianco di Rastelli come preparatore atletico. Ecco la sua intervista al Calcio Illustrato.

La Serie B è il campionato più lungo: quanto condiziona la preparazione?

"Bisogna tenerlo presente. I calciatori più impegnati non hanno lavoro di un lavoro pressante perché acquisiscono la condizione giocando. Per chi gioca meno bisogna invece adottare strategie per trovarli pronti".

C'è il rischio del logorio?

"Sì, inevitabilmente. Si cerca di spingere la condizione di un atleta per un tempo più lungo".

Si rischia maggiormente a livello generale o per gli infortuni?

"Entrambe le cose. Da una parte c'è una prestazione in crescendo perché si giocano le gare anche ravvicinate e a un certo punto si cerca la stabilità. C'è un accumulo di stress e quindi di logorio. L'esposizione sul rischio infortuni è maggiore per le tante partite e la tensione. E' utopistico parlare di una stagione senza contrattempi: gli infortuni, anche lievi, entrano inevitabilmente in conto".

C'è una differenza di preparazione tra categoria e categoria?

"Non è sostanziale la differenza. C'è una mentalità nell'allenare e una metodologia allenante. Contano molto le strategie di recupero. Bisogna stare attenti a non sovraccaricare".

L'atteggiamento dei calciatori nei confronti della preparazione atletica com'è?

"C'è sempre l'idea della fatica e del sudore. Ci sono errori nella nostra categoria. Si è sempre fatto credere che per giocare a calcio bisogna correre e basta. Io penso che prima bisogna saper giocare e quindi correre nel modo giusto".

Sezione: Focus / Data: Lun 08 dicembre 2014 alle 16:16
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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