L'ex team manager, vicepresidente e amministratore delegato dell'Avellino, Alberto Iacovacci ha rilasciato un'intervista a Il Mattino, per parlare della sua squadra del cuore e dare qualche consiglio ai D'Agostino: «Ci vogliono una pianificazione silenziosa e scelte oculate. Il calcio non è una scienza esatta ma ci sono dei passaggi fondamentali da rispettare per arrivare, gradualmente, a ottenere risultati: di certo, non basta desiderarli per raggiungerli. Guidare l’Avellino è un privilegio da saper gestire.

Gestire una società di calcio, soprattutto della propria città, non è mai semplice. Subentrano aspetti emotivi non marginali se ti ritrovi al timone della squadra per cui tifi, che rappresenta il territorio a cui appartieni. Lungi da me, perciò, dare consigli. Da osservatore esterno e appassionato mi dispiace vedere l’Avellino in una situazione così paradossale, con una proprietà solida che non è ancora riuscita a centrare i traguardi che ambisce a tagliare. L’unica cosa che posso fare è un riferimento alla mia esperienza con l’Avellino e dire che è stato fondamentale tenere un profilo basso, evitare di sbandierare gli obiettivi e creare aspettative alte. Un po’ come ha fatto Noto a Catanzaro. Poche parole e tanti fatti. Una volta promosso in B ha detto che non si accontenta, ma non ha parlato di Serie A apertamente. Nel mio rapporto con i tifosi mi sono reso conto che è fondamentale avere con loro chiarezza assoluta.

All’epoca capii come fosse fondamentale che ognuno abbia un suo ruolo preciso e lo rispetti evitando che si crei confusione. In quegli anni compresi che la proprietà deve essere presente ma non invadente e, sempre dal mio vissuto, ho maturato l’insegnamento che i gruppi vincenti nascono creando uno zoccolo duro su cui operare innesti mirati. Penso che anche ora ci siano tanti calciatori che possono già fare al caso dell’Avellino e a cui, magari, aggiungere gente come Castaldo, Biancolino, D’Angelo. Ragazzi con gli attributi, attaccati alla maglia, che restavano ad allenarsi anche quando gli altri andavano via per senso della responsabilità della maglia che indossavano. Bisogna individuare gli uomini ancor prima che i calciatori, i profili professionali più adatti alla realtà Avellino. A tal proposito, colgo l’occasione per fare un plauso ai ragazzi della Curva Sud, che hanno dimostrato grande maturità dopo la sconfitta con il Monterosi. Hanno scelto di contestare attraverso l’indifferenza. Una Curva così fa scuola in Italia ed Europa. Sono stati signorili, impeccabili.

Questi giorni sono cruciali. Adesso è il momento di scegliere bene, in vista di una Serie C che sarà come sempre difficilissima e in cui non si potrà in ogni caso essere sicuri di vincere. Ho letto di Salvini, non entro nel merito della sua scelta, posso solo dire che serve sempre un uomo di calcio, a cui affidare un budget e carta bianca per operare, che abbia collegamenti strutturati con i top manager. Una persona che se alza il telefono e chiede qualcuno di utile alla causa lo ottiene facendo leva su un rapporto di proficua collaborazione. Detto ciò, Enzo De Vito resta un grande professionista. Semplicemente, alle volte i ritorni rappresentano un illusorio pensiero di ripercorrere strade felici e positive. Come con Rastelli. Faccio un grande in bocca al lupo ai D’Agostino».

Sezione: Focus / Data: Mar 02 maggio 2023 alle 09:23
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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