Nell’intervento telefonico alla trasmissione Contatto Sport, in onda su Prima Tivvù, il numero uno del sodalizio biancoverde Walter Taccone ha approfonditamente illustrato le intenzioni del club riguardo alla questione del logo:  “Parteciperemo all’asta non perché attraverso l’acquisto del marchio intendiamo portare avanti un’operazione di riconquista della frangia del tifo dissidente, legata a fini economici e lucrativi.  Il fine subordinato alla nostra offerta per l’acquisizione del logo è da ricercarsi innanzitutto nella nostra volontà di rendere un gesto d’amore e riconoscenza verso quanti hanno sposato il nostro progetto, fin dalle ceneri della D e poi nella volontà di favorire la compattezza dell’ambiente calcistico attorno alle nostre sorti”.  Il patron conferma come in caso di vittoria nell’asta, il logo verrà donato imperituramente alla tifoseria e sarà la stessa ad esserne custode:  “A dir il vero sto valutando con i miei legali la presenza di eventuali strumenti che permettano anche ai tifosi di compartecipare l’acquisizione del marchio.  In ogni caso, ribadisco come nel momento in cui sarà la nostra offerta a prevalere sulle altre, il logo verrà donato alla tifoseria e non alle istituzioni, preciso, sperando che rivedendosi nel simbolo, tornino allo stadio quei tifosi che lo hanno assunto a pretesto del loro disinteresse nei confronti delle nostre sorti. Io non baderò a spese per porre fine a tale alibi con cui si giustificano gran parte di coloro che hanno abbandonato la fede nei colori biancoverdi e non comprendo, pur rispettando la natura dell’asta aperta a qualunque cittadino, le iniziative di chi mira ad ostacolarci e contribuire a creare ancor di più attriti e spaccature, mediante l’operazione dell’acquisizione del marchio, tramite cui, contrariamente a loro, noi ci prefiggiamo di cementare come un tempo l’unità della piazza”. Il prof. Taccone si auspica a maggio di poter conciliare la festa del centenario con quella per il logo e naturalmente quella per la promozione diretta in B della squadra da lui e dai suoi soci allestita sostenendo non pochii sacrifici economici.  Ma il patron, per amore della piazza,  è pronto a sobbarcarsene altri, rivelando un ambizioso progetto per la verità già annunciato tempo fa e finito nel dimenticatoio a causa di volontà non ascrivibili alla società:  “E’ passato già qualche anno da quando io inoltrai al Comune una richiesta di project-financing per l’abbattimento e la ricostruzione del Partenio-Lombardi, sul modello del Juventus Stadium e a capienza pari a 20.000 spettatori. Il progetto lo custodiamo gelosamente, è già pronto da qualche anno, alla sua redazione vi hanno concorso anche diversi tecnici che hanno collaborato alla costruzione dell’impianto torinese.  Eravamo pronti anche ad annunciarlo ufficialmente ma purtroppo non se ne è potuto per il momento fare nulla, a causa del sopraggiunto scioglimento anticipato del consiglio comunale, anche se però mi duole rilevare come ancor prima dello stesso, questo mio ambizioso progetto sia stato oggetto di disinteresse da parte dei precedenti membri dell’amministrazione. Speriamo che i nuovi che saranno eletti dalle consultazioni di maggio, lo tengano in considerazione, in quanto si tratta di un progetto di utilità pubblica che tramite l’indotto che ne deriverebbecon l’insediamento di palestre, ristoranti, negozi, etc… contribuirebbe al rilancio della vita economica-sociale oltre che del tasso occupazionale nella nostra città e consentirebbe ai tifosi di vivere lo stadio non soltanto due domeniche al mese, ma sette giorni su sette, proprio come avviene a Torino”:

Sezione: Copertina / Data: Mer 23 gennaio 2013 alle 12:40
Autore: Angelo De Rogatis
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