Roberto Amodio ha ricordato i suoi sette anni da calciatore dell'Avellino ai microfoni di SportChannel: "L'Avellino è la mia vita, ho vissuto la mia gioventù ad Avellino e mi sono trovato benissimo, anche se spesso venivo attaccato. Io ho sempre dato il massimo e questo mi è stato riconosciuto. Nei miei anni ad Avellino ho conosciuto un signore del calcio, Gian Pietro Tagliaferri. Un ragazzo d'oro, dentro e fuori dal campo, è stata una perdita terribile. La partita che ricordo con maggiore affetto è la prima di Dirceu, contro la Fiorentina. Arrivò il giovedì e la domenica sparò due bombe in porta. Che missili. A Torino, contro la Juventus, calciò da oltre 40 metri, da vicino alle panchine. Tacconi battezzò fuori la conclusione, il pallone terminò contro la traversa. Lui era uno che correva, correva sempre e non si fermava mai. Era di un'umiltà unica. Chi veniva ad Avellino in quegli anni doveva adattarsi allo spirito battagliero. Anche i calciatori più tecnici giocavano con maggiore agonismo".
Sezione: Ex biancoverdi / Data: Gio 07 maggio 2020 alle 14:51
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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