Diretta Instagram con Riccardo Marchizza su Prima Tivvù: l'ex difensore dell'Avellino ha raccontato i suoi ricordi in biancoverde. "Abbiamo ripreso gli allenamenti individuali al campo con lo Spezia, ancora non usiamo il pallone ma solo lavoro a secco. Quattro calciatori per campo, tre gruppi da 8 e ci alleniamo così. Questi tre anni di B mi hanno fatto crescere tanto, per quanto riguarda quest'anno ho giocato spesso terzino, ruolo fatto poche volte, e grazie alla squadra abbiamo fatto anche ottimi risultati, peccato poi per questa pausa, ma resta quanto di buono fatto. La trattativa per venire ad Avellino? Ero della Roma, il mio procuratore mi ha detto dell'interessamento della Roma, io ero disponibile ma c'era il Sassuolo che voleva acquistarmi, e questa operazione ha rallentato le cose. La mia volontà però ha aiutato e quindi quasi a fine mercato si è concretizzato il passaggio. Avellino resterà una delle esperienze più importanti per me per aver esordito tra i professionisti, fare un anno ad Avellino è come farne tre in un'altra squadra, non è una piazza facile ma quando le cose vanno bene ti senti un giocatore di serie A, il pubblico trascina, lo stadio è pieno nelle parite che contano come i 12 mila nel derby, un'emozione grandissima. Ecco quel derby ha sicuramente influenzato in negativo la stagione perché eravamo partiti forti, vincendo quella partita saremmo stati terzi, invece quel black out finale se fosse stato in un'altra partita non avrebbe portato quello strascico negativo, i tifosi ci tenevano e perderla così in casa non ha fatto bene. Abbiamo fatto anche buoni risultati ma la tifoseria tiene tanto a quel derby, se l'è legata al dito e le cose non sono andate bene dopo, giustamente. Essendo romano so cosa vogliono dire i derby, ci sono 1-2 mesi di assestamento se perdi. Appena finita la partita nello spogliatoio non volava una mosca, eravamo tutti delusi, vincere avrebbe reso perfetto la giornata. Eravamo tutti amareggiati.

Mister Novellino ha fatto una grandissima carriera da allenatore, mi sono trovato bene con lui anche se all'inizio giocavo poco ma mi dovevo ancora calare nella categoria, completamente diverso dal settore giovanile, sembra un altro sport e farlo ad Avellino è ancora più di impatto, ma consiglio a chiunque un'esperienza come la mia. D'Angelo è uno dei pochi amici che ho nel calcio, uno dei pochi che sento ancora oggi perchè avevamo un rapporto bellissimo, ci vedevamo anche fuori dal campo, spesso eravamo compagni di camera, anche lui mi ha aiutato tanto a inserirmi. Ma anche con Lezzerini, Migliorini, si era creato un bel rapporto. Era un gruppo unito, le difficoltà non ci hanno aiutato soprattutto dopo quel derby, ma la salvezza è stata raggiunta. Morosini? Un giocatore fortissimo, ci ho giocato insieme anche se per poco ma la sua assenza è pesata perché la squadra era programmata con lui dietro le punte, un giocatore che ci dava tanto e rompeva gli schemi, facevano fatica a marcarlo infatti ha creato scompiglio quando ha giocato, purtroppo l'infortunio non lo ha aiutato.

Nella seconda parte di stagione si faceva più fatica a vincere, esonerarono poi il mister perché le cose andavano male e da lì con l'arrivo di Foscarini abbiamo ricominciato a fare punti e questo ci ha aiutato nella salvezza. Foscarini era l'opposto di Novellino caratterialmente, uno ti dava tanta carica, l'altro ti dava tre quattro indicazioni poi in campo si sente poco, e forse a noi serviva quello, eravamo giù di morale. Non avevamo una rosa che doveva lottare per non retrocedere, non dico per la promozione ma sicuramente una cosa di mezzo. Ricordo che una volta Novellino mi disse che avrei potuto giocare terzino perché sapevo farlo, quando me lo disse risposi che già ero all'inizio in B poi era un ruolo mai fatto, invece aveva ragione. Ho dei bei ricordi di lui. Ormai mi trovo bene in qualunque ruolo difensivo, non ho preferenze, faccio quello che mi chiedono e lo faccio. Quella stagione mi feci male ad Ascoli, una forte contusione sopra il ginocchio e restai fermo tre settimane saltando il finale di stagione. Ma da fuori quella salvezza fu una liberazione perché dopo mesi difficili era diventata l'unico obiettivo che ci ha dato tanta gioia.

Il ritorno in D? Una delusione perché ha vanificato tutti i sacrifici fatti l'anno prima, alcune cose non ci erano state dette, i problemi ci dicevano che sarebbero stati risolti, ma i più esperti qualche percezione l'avevano anche se non ci dicevano nulla perché per un giovane all'esordio sarebbe stata una mazzata mentalmente. Angelo D'Angelo e Gigi Castaldo hanno lasciato la squadra, magari volevano chiudere lì la carriera e invece non è stato possibile. 

Giocare per la Nazionale è un'emozione bellissima, io ho fatto quasi tutta la trafila ma l'Under 21 è una bellissima sensazione. Ai tifosi biancoverdi auguro di rivederci nelle categorie che meritano maggiormente per poi cercare di tornare in A. Io mi ispiro a Chiellini, tecnicamente ci somigliamo".

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Ven 15 maggio 2020 alle 17:00
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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