Nel corso di un'intervista video rilasciata ai colleghi di Gesualdo Connessa, l'ex biancoverde Mariano Arini ha parlato dell'Avellino e della possibilità di tornare in Irpinia la prossima stagione: "Mi fa piacere sentire l'affetto dei tifosi dell'Avellino, significa aver lasciato un ottimo ricordo come calciatore e come persona, mai dire mai nel calcio. Ma è davvero prematuro parlare di mercato in questo momento. Non posso sbilanciarmi, sono in scadenza di contratto con la Cremonese, vedremo cosa accadrà da qui a qualche mese. Di gol belli ne ho segnati con la maglia dell'Avellino, quello a Trapani in Supercoppa, ma anche contro il Cesena, nell'ultima gara del campionato 2015-2016, con la fascia di capitano stretta intorno al braccio. Auguro all'Avellino di poter vivere, con la nuova proprietà, un futuro glorioso. Ci sono state brutte situazioni che la piazza non meritava. Come la Cremonese ha alle spalle un passato glorioso. Speriamo che entrambe possano tornare su palcoscenici importanti.
Io alla Salernitana? Il nostro è un lavoro, dovessero crearsi i presupposti, un professionista non può escludere nessuna trattativa. Abbiamo una famiglia, dei figli, non possiamo permetterci di rifiutare nulla. L'importante è lasciare un bel ricordo, le scelte future non possono scalfire quanto fatto in passato.
L'ultima stagione ad Avellino giocammo un ottimo girone di andata, arrivando a fine campionato con l'acqua alla gola. Riuscimmo a salvarci nelle ultime giornate. Ricordo che con Marcolin facemmo un punto in cinque partite, poi tornò Tesser e ci salvammo.
La partita più bella è stata quella in casa con il Padova, dove segnai una doppietta, nel dicembre del 2013. Il secondo gol lo segnai sotto la Curva Sud, sull'azione partita da Ladriere, con cross di Castaldo e il mio colpo di testa. La più brutta? La sconfitta a Trapani, nel dicembre dell'anno dopo: perdemmo 4-1. La traversa di Castaldo a Bologna? Sconforto totale, la partita era ancora in atto, ma c'era chi era a terra, chi in lacrime. Quella partita poteva cambiare la stagione e la carriera di noi calciatori. Era scritto che doveva andare così. E Castaldo è il calciatore più forte con cui ho giocato.
Con Rastelli, nel primo anno ad Avellino, giocavamo con il 4-3-1-2, poi in B con il 3-5-2. Avevamo una squadra molto forte, con Izzo, Pisacane e Peccarisi e Fabbro in difesa. E poi Zappacosta, Comi, Trotta. Cosa successe a Padova nel maggio 2014? Io non giocai quella partita per motivi familiari, la seguii in televisione. Capita che quando hai tutto da perdere le cose non vanno nel verso giusto.
Il mio idolo da bambino, essendo napoletano, è stato Maradona. Vedevo le sue videocassette e sono vissuto nel mito di Maradona. Ho giocato nelle giovanili del Napoli, ho fatto lì tutta la trafila, dai giovanissimi fino alla Primavera. Poi andai all'Aversa Normanna in Serie D. Poi sono arrivato all'Avellino, dopo tanta gavetta. Anche l'esperienza alla Spal è stata un'esperienza fantastica. Il paragone con Salvatore Bagni? Credo non regga, ma mi fa piacere essere avvicinato a un calciatore come lui.
Ad Andria ho avuto un rapporto fantastico con il compianto mister Cosco, dentro e fuori dal campo. Era la mia prima esperienza fuori casa, mi ha responsabilizzato dandomi la fascia di capitano. E' stato un secondo padre, la sua scomparsa mi ha devastato. Porto un ricordo fantastico della sua persona.
Ci alleniamo su Zoom, un'applicazione che sta spopolando. Con i preparatori, oppure nelle stradine sotto casa, nei limiti e gli spazi che ci sono consentiti. Ci teniamo in forma, nel caso in cui dovesse ripartire la stagione".
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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