L'imprenditore Benedetto Mancini, al quale sono legati gli ultimi giorni di vita del Catania, ha parlato ai microfoni di TuttoMercatoWeb, rispondendo alle domande sul perché del mancato bonifico che avrebbe potuto salvare il club etneo dalla sparizione dalla Lega Pro.

"La convocazione è arrivata tardi. Neanche lo sapevo. Così per coerenza il giorno dopo ho fatto il deposito dal notaio e dato disponibilità a fare l’atto l’11 aprile. Avevo messo i soldi a disposizione per il Catania, ero disposto ad andare avanti e far usare i soldi per le spese. Non ho certo fatto fallire io il Catania. Io ce l’ho messa tutta per fare qualcosa. Abbiamo fatto tre riunioni. Non era semplice. Il rogito non aveva una data. L’importante era farlo nei tempi ragionevoli, entro il 19 aprile”.

Ma a Benedetto Mancini sono associati anche il fallimento del Latina e del Rieti e la mancata iscrizione del Palermo in Serie B, nell'estate del 2018: “A Latina è stato riconosciuto che sono stato vittima di una truffa da 7 milioni di euro e con il fallimento non c’entro nulla. A Rieti c’erano dei debiti. Ho gestito quei mesi e quando siamo andati all’atto non vi erano i presupposti. Eravamo partiti da seicentomila euro di debiti e poi sono arrivati a un milione e quattro. Palermo? Mi dissero che la fideiussione era emessa da Lev Ins. In realtà la società bulgara non sapeva nulla. Così invitai Tuttolomondo a parlare con i legali della Lev Ins, la fideiussione era falsa. E quindi ho accompagnato Tuttolomondo dai Carabinieri a fare la denuncia. E i Carabinieri conoscevano già questo broker che lo aveva truffato”.
Sezione: Focus / Data: Lun 11 aprile 2022 alle 18:00
Autore: redazione TuttoAvellino
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