Torna a parlare Angelo Pagotto, preparatore dei portieri dell'Avellino, che a Ottopagine fa un suo bilancio ad Avellino: "L'imbattibilità prolungata di Forte è merito di tutta la squadra, in settimana vengono provate soluzioni per non incassare reti, sappiamo che è quasi impossibile ma quando ce la facciamo è molto gratificante. Quando in ritiro ho scoperto che avrei lavorato con Forte e Pane gli ho detto che non avevo mai lavorato con portieri così forti. Francesco ha delle qualità fisiche uniche, ha quasi dieci chili in meno di Pane e una reattività incredibile. Mi ricorda il Jimmy Fontana dell'Atalanta, ha almeno dieci anni di carriera di buon livello davanti a sé. Entrambi però sono molto bravi tecnicamente. Ad Avellino sapevo che avrei trovato una piazza prestigiosa, l'anno scorso abbiamo fatto di necessità virtù con le risorse a disposizione, abbiamo avuto tre cambi societari e due allenatori, abbiamo fatto un mezzo miracolo ad arrivare ai playoff. Quest'anno invece abbiamo una società forte, il presidente D'Agostino è una persona importante, i risultati si stanno vedendo e li vedremo anche a medio-lungo termine. Quando si ha una società forte, una tifoseria forte e una squadra altrettanto forte, le cose possono solo andar bene. Se devo paragonare Braglia ad allenatori del passato, direi Mazzone, anche se Braglia è forse più preparato tecnicamente e tatticamente. Riesce a essere sempre concentrato, legge le partite come pochi e al contempo incita i ragazzi. 

Il mio ritorno nel calcio? Senza Di Somma starei ancora guidando il furgone e facendo il magazziniere. Avellino è una piazza speciale ma al contempo a misura d'uomo, come piace a me. In contesti in cui si parlavano 6 lingue, ci si dava del lei, ho sempre fatto fatica. Per me si hanno davanti uomini prima che calciatori e ho sempre cercato un contesto familiare come questo. Per me la base è il rapporto umano, cercare di instaurare un rapporto di rispetto e quasi di amicizia. Il portiere va in campo ed è da solo, ma i miei ragazzi devono sapere, sentire, che dietro le loro spalle ci sono io. Prima dell'ingresso in campo del portiere che gioca lo abbraccio, gli do tutta la mia grinta, anche se non c'è bisogno; piccoli indirizzi prima della partita. Poi sta a loro e per quanto riguarda Forte e Pane sono contento. Dove mi vedo tra dieci anni? Ad Avellino, possibilmente in serie A".

Sezione: Focus / Data: Lun 01 marzo 2021 alle 09:57
Autore: Niccolò Anfosso
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