Fabrizio Ravanelli ha partecipato all'evento a Capaccio, il Memorial Vincenzo Margiotta, dove ha partecipato anche l'Accademy dell'Us Avellino, i ragazzi classe 2013, che hanno affrontato i pari età del Napoli, Salernitana, Giugliano, Turris e la Asd Vincenzo Margiotta.

L'ex bomber di Juve e Nazionale, ha parlato della crescita dei giovani, dell'importanza di credere nei propri sogni e negli obiettivi, ricordando anche gli inizi complicati, proprio in Campania, ad Avellino.

Queste le sue parole anche ai nostri microfoni: "A questi ragazzini qui presenti posso solo dire di credere sempre nei propri sogni. E' importante non arrendersi e non mollare mai. Inseguire i propri sogni, anche quando sembra che le difficoltà siano tante e sembra che non ci si possa andare avanti. Con la voglia di voler mollare tutto. Sbagliato, bisogna sempre crederci. E' importante abbinare insieme allo sport, al calcio, la scuola, l'impegno sui libri, ma riuscirlo a compensarlo con i propri sogni".

Le difficoltà di un giovane: "Siamo in Campania. Io ho iniziato la mia prima esperienza lontana da casa poco lontano da qui, ad Avellino. Eravamo in Serie B, io venivo dal Perugia. Mi acquistò l'Avellino, avevo 18 anni. E ricordo le difficoltà, non riuscivo ad esprimermi. Ero un giovane che lontano da casa, in una piazza importante, sentì tutto il peso. In quei momenti avevo più volte pensato di mollare. Ma lì ho imparato una cosa, anche da una esperienza così difficile, ho appreso tanto, ovvero sono cresciuto come uomo, mi sono fortificato. Lo dico sempre, senza quella esperienza, non sarei diventato poi un grande giocatore che di lì a poco avrebbe vinto tutto con la Juventus".

Gol in Champions: "Le esperienza come quella di Avellino ti aiutano, anche perchè, quando arrivi in un club come la Juve, dove non puoi mai sbagliare, devi solo vincere, impari cosa voglia dire la pressione. Ma sono arrivato pronto. Ho atteso il mio momento, poi essere ricordato per il gol dell'ultima Champions della Juve fa ancora piacere, anche se sono passati troppi anni, era il 1996"

La Nazionale: "Torno al legame che ho con la Campania, in questo caso Salerno, perchè ho esordito in Nazionale, con Sacchi, proprio allo Stadio Arechi di Salerno, e segnai proprio all'esordio. Fu una grande gioia"

Allenare i giovani: "E' fondamentale, faccio gli auguri a tutti i tecnici che ci sono oggi qui, perchè hanno un ruolo fondamentale, crescere questi ragazzi non solo a livello calcistico ma anche a livello umano, avere rispetto per il compagno, l'avversario, l'arbitro, avere fair play, comportarsi bene in spogliatoio, insomma, dei veri e propri educatori. E non è facile".

Sezione: Focus / Data: Gio 06 giugno 2024 alle 11:30
Autore: Marco Costanza
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