Franco Colomba, ex capitano dell'Avellino in A e allenatore, a Prima Tivvù ha parlato del virus e dei suoi ricordi in biancoverde: "Per fortuna stiamo bene, siamo in casa anche perché non si può uscire, è utile alla comunità e non si può rischiare di contagiare e contagiarsi. Passiamo la giornata nel mettere a posto, fare cose che non si ha mai il tempo di fare e ci informiamo su come vanno le cose. I tg sono uno strazio ultimamente, ogni giorno peggiora. Io vado orgoglioso di essere considerato una bandiera dell'Avellino, ho un bel ricordo di quei 5 anni vissuti lì e sono felice di essere ricordato. Anche io ho bei ricordi, arrivai nell'83 nel post terremoto, ricordo che andavamo in giro nei paesini di provincia come Teora, Montella e tanti altri a portare un po' di sollievo alla gente che aspettava solo la domenica per vedere la partita e ritrovare fiducia. Ora è una partita più complicata perché è un nemico che non vedi, non sai come difenderti, prima era nelle nostre mani ora dipendi anche dagli altri. Il virus cerca le persone, se le persone stanno lontane prima o poi molla. Quassù al Nord c'è una sanità ben organizzata ma è in grande sofferenza, quindi mi sento di dire di rispettare le regole perché mi auguro che quello che stiamo vivendo qua non arrivi al Sud in maniera forte perché un po' di problemi in più ci sono, non si può temporeggiare nel migliorare in tante cose, questo riguarda le istituzioni, lo Stato e le Regioni perché non si può arrivare all'ultimo secondo e pensare di migliorare quando serve. Bisogna pensarci prima.

Il motivo per cui si arriva a non avere i soldi della sanità è che a volte si fanno delle battaglie stupide per cose di cui si può fare a meno ma queste sono le cose importanti. Il calcio farà la sua parte, ci saranno dei ridimensionamenti per tornare all'essenza vera di questo sport che è il campo, il pubblico, i tifosi che si aggrappano alle bandiere, non come ora che le bandiere non ci sono più, l'ultimo è stato Totti. Tutto è soldi, business e questo è un danno. Gli stipendi saranno tagliati ed è una buona cosa, non è positivo per le categorie inferiori dove sono già bassi, sono lavoratori infatti penso che solo i grandi calciatori sono privilegiati, bisogna fare le dovute proporzioni anche nei tagli.

Ho seguito le vicende dell'Avellino in questi anni ci sono stati troppi cambi di proprietà e non si è riuscito a dare continuità al lavoro, capisco che è difficile in provincia ma per puntare in alto ci vuole programmazione. Alla nuova proprietà posso dire che per il trascorso che ha e il bacino che ha, merita una società che non prenda in giro, che possa dare l'impressione e la certezza di serietà e che voglia convincersi che la C per Avellino è stretta e puntare quantomeno alla B e programmare. Prendere in giro non va bene. Devono sapere che è una società seria che vuole e deve arrivare in alto perché Avellino ha una tifoseria importante, io sto mettendo a posto le foto di quegli anni e ho visto una partita con la Cremonese con 40 mila persone. L'obiettivo è di arrivare in una categoria, migliorare e riempire lo stadio, col tempo che ci vorrà ma programmare di arrivarci".

Sezione: News / Data: Gio 26 marzo 2020 alle 14:49
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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