E' un Avellino in crisi, che ha limiti strutturali evidenti, costruito male e con diversi calciatori che non stanno rendendo come ci si aspettava. Analizzando la rosa biancoverde, infatti, per quanto si possa essere realisti e cauti, nessuno potrebbe dire che questa squadra vale la zona playout. Non tanto per il monte ingaggi impegnato e la cifra spesa per costruirla, perché sono dati soggettivi che non sempre rispecchiano il reale valore in campo, ma per il valore tecnico dei calciatori, i cui trascorsi sono un dato oggettivo. Non a caso nel precampionato, nel compilare le famose griglie, molti addetti ai lavori mettevano l'Avellino in prima fascia, tra quelle che avrebbero lottato per le prime posizioni di classifica. Tito, Aya, Casarini, Franco, Di Gaudio, Kanoute, Dall'Oglio, Trotta, Murano, sono tutti calciatori con carriere importanti, se poi ci mettiamo le sorprese positive Russo, Ceccarelli, Moretti, Maisto, lo stesso Matera, non si potrebbe dire che l'Avellino ha qualcosa in meno di Giugliano, Picerno, Gelbison, tanto per citare alcune squadre posizionate meglio e costate meno. Quello che sta venendo meno è il rendimento in campo, come se la squadra fosse assemblata male o non si esprimesse come potrebbe. Nel calcio, si sa, non sempre il totale è il risultato della somma dei singoli elementi. E non è solo questione di allenatore se prima Taurino e poi Rastelli non hanno apportato alcun cambio di rotta.

Rastelli ha avuto il merito di portare quantomeno una reazione d'orgoglio, quella che prima si vedeva poco, di trasmettere ai calciatori energia e determinazione, ma questo si è tradotto quasi sempre in rimonte sì grintose, ma pur sempre rimonte. Tolta la prima gara di Rastelli a Francavilla Fontana, unica vittoria esterna e in cui la squadra si era comunque fatta rimontare, per poi vincere, per il resto l'Avellino ha dovuto sempre inseguire. E non ha più vinto (esclusion fatta per la coppa contro la Turris). Pareggio in rimonta col Catanzaro, idem a Foggia, sconfitta col Giugliano in casa e a Picerno dopo essere passati in vantaggio. Il cammino di Rastelli non è stato tanto migliore di quello di Taurino, con 5 punti in altrettante gare. Taurino ne aveva collezionati 8 in 9 gare.

E' fuori casa che la squadra fatica maggiormente, con una sola vittoria (a Francavilla), un pareggio (a Foggia) e ben 6 sconfitte. In casa le vittorie sono state 2, 3 i pareggi e una sconfitta, quella con Giugliano. I gol segnati sono solo 13, come Fidelis Andria e Messina, ma è un dato relativo visto che per esempio la Juve Stabia, quinta, ne ha segnati 12, ma ne ha anche subiti 11. L'Avellino 18. Indubbio quindi, analizzando i numeri, che qualcosa non stia girando come dovrebbe. Sicuramente qualche singolo come si diceva non sta rendendo come ci si aspettava, e la società dovrà fare le proprie valutazioni in sede di mercato. Ma intanto da qui a gennaio bisogna fare di necessità virtù e cercare di uscire quantomeno dalle sabbie mobili della classifica, per non farsi risucchiare ancora più in basso. Anche perché, lo abbiamo visto, caratterialmente questa squadra è fragile, e ritrovarsi in una situazione di classifica mortificante potrebbe abbassare ulteriormente l'autostima, soprattutto in chi non è abituato a vivere queste situazioni.

Bisogna assolutamente invertire la rotta, almeno per chiudere il girone di andata in una posizione tranquilla. Mancano 6 gare da qui al 23 dicembre, poi a gennaio bisognerà porre rimedio a tutti i problemi che in campo sono evidenti, ma intanto stringere i denti e ragionare da squadra che deve salvarsi. Forse solo calandosi totalmente in questa inattesa realtà si potranno cominciare a vedere segnali di riscossa.

Sezione: Copertina / Data: Lun 21 novembre 2022 alle 12:20
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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