Avellino si sveglia, il giorno dopo l'eliminazione dal secondo turno playoff (primo per i biancoverdi) ancora incredula per come è arrivata questa cocente eliminazione, inaspettata dopo un primo tempo giocato tutto sommato neanche tanto male e chiuso in vantaggio. Ma soprattutto si interroga sul futuro: cosa accadrà ora? Nel dopopartita tutta l'attenzione è stata rubata dalla conferenza stampa della società, una conferenza fiume in cui con la solita sincerità che ha sempre contraddistinto il presidente D'Agostino, ha ammesso tutte le proprie colpe ed esternato tutti i propri pensieri. Abbiamo analizzato a fondo le parole di D'Agostino padre e figlio a caldo, ed è raro vedere un presidente aprirsi così tanto con la stampa e 'vomitare' tutti i propri pensieri, anche quelli che normalmente vanno tenuti per sé. Si sono accusati i calciatori di essere indegni di indossare questa maglia, il precedente ds di aver fatto male la squadra, sotto l'avallo societario certo, ma pur sempre con la delega ad operare sul mercato. Mercato grande argomento di discussione: si sono messe sul tavolo anche cifre e trattative "sanguinose" portate avanti dalla società su consiglio dell'area tecnica per poi vedere errori marchiani come quello di Murano sottoporta. Spese definite folli come quattro voli charter per fare i playoff (unica società di C), ritiro di 20 giorni in Abruzzo e altre spese evitabili ma fatte pensando di dare un segnale di progetto importante. Che non sono poi servite. E' stato atipico, ma anche bello, sentir dire la verità, e non le solite frasi fatte che vengono riproposte generalmente in sala stampa. Ma è stato anche un altro evidente esempio dell'inesperienza e dell'ingenuità che lega la famiglia D'Agostino al mondo del calcio, fatto spesso di squali, di persone senza scrupoli, e poco di persone per bene come l'attuale dirigenza. Che ha trattato i calciatori, i collaboratori e i dipendenti con la stessa bontà e franchezza messa in conferenza stampa. E che ora forse comincia a capire che in questo mondo bisogna cominciare anche a usare il pugno duro.

Il primo errore di bontà fu confermare Braglia sotto consiglio dei giocatori, scelta poi solo rimandata di qualche mese, quando non ci fu "raccomandazione" che tenesse. Il secondo quello di dare carta bianca a un ds, che per bocca del presidente e non certo nostra, ha costruito male una squadra che non ha mai dato impressione di potercela fare (ripetiamo, parole dette in conferenza stampa ieri sera). Errori di bontà che, probabilmente si diceva, ora non verranno ripetuti. Ieri si è annunciato un repulisti generale, che non risparmierà nessuno, neanche i calciatori che per bocca di Giovanni D'Agostino "hanno pensato più ai rinnovi che ad allenarsi". Sono partiti calciatori che magari avrebbero dato l'anima in campo, anche a costo di ridursi lo stipendio, per aprire le porte ad altri che si sono rivelati presuntuosi e poco attaccati alla maglia.

Che mercato sarà allora? Il ds De Vito ha lanciato un messaggio: "Ho visto tante partite di D in quest'ultimo periodo, a volte si va a cercare il grande nome quando serve anche il giocatore sconosciuto che però sputa sangue in campo. E' la linea che ho seguito anche da capo scout del Genoa prendendo i vari Scamacca, Raspadori, ecc.". Un mercato fatto quindi di giovani di belle speranze, magari sconosciuti ai più, sperando che possano rivelarsi sorprese come è stato per diverse operazioni scolte da De Vito con l'Avellino in passato, ma anche al Genoa e al Parma. Un mercato meno altisonante, che magari farà storcere il naso a qualche tifoso, ma come si dice il cavallo buono si vede poi all'arrivo.

Sezione: Copertina / Data: Gio 05 maggio 2022 alle 08:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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