Il calcio italiano ha toccato il punto più basso da Calciopoli a questa parte. Nel 2006 fecero scalpore la portata degli inganni e l’importanza dei colpevoli; oggi fa notizia l’incapacità dei poteri forti di risolvere situazioni in principio meno spinose, ma diventati veri e propri casi nazionali per scelte discutibili e insensate. La Figc succube della seconda lega nazionale, il Coni che segue strade tutte sue, società in stand-by al 5 settembre, due campionati nazionali ancora fermi e quello di Serie B iniziato “monco” e che già ha vissuto una serata da dimenticare con il rinvio di Cosenza-Verona, per l’inadeguatezza del manto erboso dello stadio “San Vito”.

Il Catania e il Novara erano praticamente in B dopo che la Corte d’Appello Federale aveva respinto i ricorsi presentati da Ternana, Siena e Pro Vercelli, a loro volta salvati dal Coni, che il 10 agosto scorso ha congelato le riammissioni in cadetteria di etnei e piemontesi. La Serie B potrebbe essere riportata a 22 squadre, con conseguenti ripescaggi a catena che influirebbero sugli organici di tre serie nazionali. E poi ci sono le dodici società che hanno presentato una fideiussione FinWorld all’atto dell’iscrizione ai rispettivi campionati, ritenuta non valida dalla Figc e che quindi andrà sostituita entro il 28 settembre, pena sanzioni pecuniarie e penalizzazioni.

Tutto è il contrario di tutto e, a questo punto, l’U.S. Avellino, estromessa dalla Serie B per una fideiussione non idonea e privata di tutti i tesserati tra il 7 e l’8 agosto scorso, potrebbe tornare prepotentemente in corsa attraverso una riammissione in cadetteria (o in Serie C) come “contentino” per evitare alla Figc di dover sborsare un risarcimento danni milionario, se la società biancoverde dovesse vincere una delle prossime battaglie giudiziarie (Tar Lazio, Consiglio di Stato, Tas di Losanna).

Le possibilità sono basse, ma ci sono. Lo scenario, di qui a qualche giorno, potrebbe mutare imprevedibilmente, con il “rischio” concreto di assistere alla presenza di due società di calcio in una provincia che conta circa 450 mila abitanti e che mai si sarebbe sognata di doversi schierare in due fazioni

Sui social, nei vari gruppi, i tifosi sono dalla parte della società di Gianandrea De Cesare, ma c’è pure chi spera e sogna in un ritorno in Serie B dell’U.S. Avellino, a patto che alla guida del club non ci sia più Walter Taccone, “nemico” giurato della maggioranza della tifoseria irpina, delusa, tramortita e traumatizzata dagli ultimi avvenimenti.

Quindi, ragioniamo per assurdo. In Serie B (o in Serie C) potrebbe giocare l’U.S. Avellino srl, titolare del Partenio-Lombardi, senza logo “uesse” e con poche centinaia di tifosi sugli spalti. In Serie D si presenterebbe il Calcio Avellino ssd, anch’esso senza logo - in attesa di risolvere la questione con l’Associazione per la Storia - beneficiario dello stadio soltanto attraverso accordo con l’U.S. Avellino, ma con la Curva Sud (presente pure a Sturno) al suo fianco.

Il tutto potrebbe ulteriormente cambiare se Taccone dovesse cedere l’U.S. Avellino alla coppia Marinelli-Preziosi, polemicamente sconfitta dal bando per l’assegnazione del nuovo titolo sportivo e per questo pronta a “sfidare” Gianandrea De Cesare acquisendo la maggioranza o l’intero pacchetto societario dalle mani di Taccone.

Se così fosse, il dietrofront della maggioranza dei tifosi biancoverdi apparirebbe scontato, alla luce della migliore categoria da seguire e della storia che si porta dietro l’U.S. Avellino rispetto al Calcio Avellino ssd. Anche il logo, senza Taccone, potrebbe essere riposizionato sulle divise biancoverdi dell’Uesse.

E De Cesare? A giudicare dall’operato svolto nel basket, l’ingegnere difficilmente compirebbe un passo indietro e seguendo il suo spirito di rivalsa andrebbe a battagliare sul campo contro l’U.S. Avellino, in un duello all’ultimo sangue, sportivamente parlando.

Uno scenario drammatico, che potrebbe generare un’altra spaccatura nel tifo biancoverde, dopo l’uscita di scena di molti sostenitori in seguito al fallimento avvenuto nel 2009. Una situazione tutta in divenire, che non affascina affatto, ma che scombussola una passione che rischia di continuare a evaporare tra colpi di scena e peripezie di un calcio italiano sempre più alla deriva.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 05 settembre 2018 alle 13:15
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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