L’Avellino si è appena messo alle spalle un 2019 ambiguo, che l’ha prima sedotto e poi abbandonato. La rincorsa al Lanusei, iniziata dal -7 alla prima gara di campionato dell’anno solare, passata attraverso l’incredibile -10 dalla compagine sarda, ma terminata con 11 vittorie di fila e il trionfo nello spareggio di Rieti, lasciapassare per l’affermazione nello scudetto di categoria; ma anche le vicissitudini societarie, i problemi economici del gruppo Sidigas, il rischio di scomparire dal panorama professionistico, un anno dopo il caso fideiussione.

Attraverso il prezioso contributo dei suoi tifosi, in termini di abbonamenti sottoscritti in estate (quasi 4mila a scatola chiusa), l’Avellino si è rimesso in piedi e tra mille difficoltà è riuscito a prendere parte all’attuale torneo di terza serie, agguantando la zona playoff all’ultima giornata del girone di andata dopo aver stazionato pure nella parte meno nobile della classifica.

Da Giovanni Bucaro a Ezio Capuano passando per Giovanni Ignoffo; da Carlo Musa a Salvatore Di Somma fino ad Aniello Martone (aspettando il ritorno del dirigente romano). Da De Vena a Charpentier, da Tribuzzi a Micovschi, con la costante Morero e le bellissime conferme Parisi e Di Paolantonio. Ma soprattutto si è passati dalla Sidigas alla IDC, da De Cesare e Mauriello a Izzo e Circelli, da un presente a tinte fosche a un futuro tutto da scrivere.

I tifosi, giustamente, delusi dalle ultime stagioni, dai sogni di gloria finiti nel fango e calpestati nelle aule dei tribunali, prima di volare sulle ali dell'entusiasmo aspettano le prime mosse della nuova proprietà, giovane e desiderosa di fare bene. La sensazione è che “a nuttata” sia quasi passata: il mercato di gennaio rappresenta il primo esame da superare, per tirare le somme a giugno e costruire qualcosa di importante, su basi solide. 

Il 2019 si è chiuso con l’addio di Salvatore Di Somma, dimissionario dal ruolo di direttore sportivo e con l’accordo per il rinnovo del contratto di Ezio Capuano e il suo vice Padovano, fino al 2021, con l’opzione di un quadriennale in caso di promozione in Serie B. Un obiettivo a cui la nuova proprietà strizza l’occhio, consapevole di doversi muovere con la massima cautela per evitare di promettere e non riuscire a mantenere traguardi che il popolo biancoverde, la parte sana della tifoseria, merita di riottenere.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 01 gennaio 2020 alle 17:20
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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