Gaetano Auteri, dalle colonne de "Il Mattino", offe un'analisi sul nuovo Avellino targato 2014/2015: «La programmazione è alla base di tutto. Programmare, senza speculare ma puntando su acquisti mirati, è la strada migliore per affrontare come si deve un campionato di B, anche se oggi è ancora presto per giudicare l'operato della dirigenza biancoverde. Nell'organigramma societario, però, c'è gente in grado di fare le scelte giuste, per assemblare anche stavolta una squadra dignitosa. Fermo restando che è pur sempre un Avellino ancora in fase di costruzione, staimo parlando di una compagine reduce da un buon campionato. Certo, un collettivo che ha dovuto fare i conti con un periodo di calo in seguito al quale ha smarrito la bussola per l'obiettivo play off, ma c'è comunque un gruppo di valore. Enzo De Vito sa cosa occorre. De resto, la base è notevole, visto che l'ossatura della squadra, al di là di tutto, ha dimostrato di avere, in B, una certa solidità. La spesa va fatta con oculatezza, innanzitutto completando bene i vari reparti. Più che affrontare il solito discorso relativo agli innesti di qualità per essere competitivi, qui bisogna prima sostituire adeguatamente chi andrà via, proprio in virtù di un collettivo che ha dato già qualche garanzia nella categoria. Poi, alla luce di un progetto societario che non può mai mancare, si penserà a puntellare ed irrobustire. Non parlo dei singoli, ma guardando l'attacco biancoverde, la riconferma di Castaldo, ad esempio, fa ben sperare». Su Rastelli: «Ha dimostrato di essere un tecnico in gamba e la sua riconferma, a parer mio, è stata una scelta giusta, sacrosanta. Direi legittima. E' un allenatore che conosce la categoria, ma soprattutto la piazza: era l'unica strada da imboccare, per quanto concerne la panchina dell'Avellino». Occhi al prossimo campionato di B, potrebbe rivelarsi più difficile: «La serie cadetta è sempre la stessa. Quest'anno però è stata inferiore rispetto ad un paio di stagioni fa. A mio avviso, è prematuro pronunciarsi perché, al di là delle solite squadre che scenderanno dalla A, bisognerà vedere come le altre usciranno dal mercato. E poi, il giudice alla fine sarà sempre il campionato». Su chi puntare: «Innanzitutto bisogna scegliere giocatori in grado di inserirsi in un determinato progetto tecnico. Dunque, meglio puntare su elementi bravi ad integrarsi nel gruppo e capaci di migliorarlo. Poi, c'è l'aspetto riguardante i giovani affamati di calcio. Ma anche in questo caso è bene muoversi con criterio. La società deve pianificare facendo rientrare tutto nel budget economico e la tifoseria deve continuare a sognare. L'Avellino in B è una piazza importante in grado di portare introiti. Un club che, con un progetto valido, può aspirare alla A».

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Gio 12 giugno 2014 alle 09:01
Autore: Redazione Web
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