Oggi 20 novembre è ricorso il sesto anniversario dell’immatura scomparsa di Gian Pietro Tagliaferri, ex bandiera biancoverde, che nel 2006 periva in un tragico incidente stradale in Toscana all’età di soli 47 anni. Ma il suo ricordo, sebbene il tempo trascorra, continua a restare indelebile anche qui ad Avellino, città nella quale Tagliaferri ha vissuto negli anni della sua esperienza con i lupi per quattro stagioni tra il 1981 e il 1985, collezionando 107 presenze e 7 gol. Ma la rete che lo ha consacrato non soltanto come un simbolo della leggenda irpina ma anche nella storia del calcio nazionale è stata quella siglata all’ultima giornata del campionato 1983-1984, durante la partita Avellino-Roma.  I giallorossi avevano in tasca lo scudetto ma lo videro vanificato all’ultimo minuto per il gol siglato da Tagliaferri e decisivo per il raggiungimento dell’ennesima salvezza. Polmoni d’acciaio, grinta da vendere, piedi sopraffini, il compianto centrocampista era molto legato all’Irpinia, ove ritornava spesso per incontrare gli amici e conoscenti, non disdegnando di trovare del tempo anche per visite al commendatore Sibilia, presidente del club negli anni della sua esperienza. E fu proprio il patron ad insistere che dopo l’addio di Di Somma, a subentrargli nel ruolo di leader fosse proprio Tagliaferri che assunse così la fascia di capitano che conservò fino al momento del suo trasferimento all’Udinese, cui seguì l’esperienza di Taranto e infine la parentesi di Pontedera, dopo la quale nel 1991 appese le scarpette al chiodo, dando così il suo addio al calcio giocato per dedicarsi ad altre attività professionali. Nel contempo non aveva lasciato il mondo del pallone, dirigendo e allenando alcune formazioni a livello giovanile ma la morte lo colse nel momento in cui rientrava a casa, a Livorno, da una delle ultime lezioni del corso che gli avrebbe consentito di conseguire il patentino di allenatore di base. Il destino non ha voluto così, privandolo prematuramente all’affetto della sua moglie e dei suoi figli che qualche anno fa sono ritornati in Irpinia, ad Altavilla Irpina per inaugurare un club dedicato alla memoria del loro congiunto, ricordato con imperituro affetto per l’impegno profuso sul terreno di gioco ma anche per le grandi doti umane da chi ebbe modo di stargli a contatto durante i quattro anni con la maglia biancoverde. 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Mar 20 novembre 2012 alle 22:30
Autore: Angelo De Rogatis
vedi letture
Print