Giornalista dell'Avvenire, presidente, eletto all'unanimità del grandioso club Avellino in Roma, padre di uno splendido fanciullo già tifosissimo biancoverde, Angelo Picariello, questo pomeriggio si è sottoposto al fuoco incrociato delle domande di TuttoAvellino. Con un amore quasi viscerale per il tecnico biancoverde Massimo Rastelli, il buon Picariello, ha analizzato l'attuale momento dei lupi e non solo... 

TuttoAv -  L'Avellino dai due volti. La squadra di Rastelli, dopo un buon, o meglio un ottimo girone di andata, sta stentando nel girone di ritorno. Qual è secondo te il vero Avellino: quello della prima fase o quello del girone di ritorno?

Picariello: «Non credo a questo grande divario. Credo che la sfortuna e i torti arbitrali si siano accaniti contro di noi in maniera poderosa nel momento in cui la squadra, a partire dal secondo tempo col Latina e da Terni in poi, ha dimostrato di aver superato i problemi del richiamo di preparazione. Ho letto che i numeri del girone di ritorno ci vedono al fianco della Juve Stabia. Non mi offende. Mai paragone fu più calzante. La squadra stabiese non è più scarsa di noi, anzi, ma ha avuto un concentrato di sfortuna e torti ai quali si è poi aggiunta l’insicurezza, il calo di entusiasmo e motivazione unitamente all’ostilità ambientale inevitabile. Quando a qualche difficoltà si abbina la sfortuna e l’ingiustizia l’unica strada per uscirne è l’unità del gruppo e la fiducia dell’ambiente inteso come pubblico e società. Se no il calo fisico momentaneo, sommato alla sfortuna e alla demotivazione creano un filone non più reversibile. È il rischio che corriamo, che purtroppo solo una vittoria col Brescia potrà fugare (sperando non ci siano gli stessi strascichi come col Cittadella, ma penso proprio di no) per poi portarci a Castellammare con i migliori auspici. Se no sono molto preoccupato».

TuttoAv - Rastelli, di cui tu sei un grande estimatore, ha probabilmente un 'difetto', quello di puntare solo su pochi uomini della rosa (13-14). Questo non potrebbe essere una negatività visto che molti calciatori provengono da un campionato di Prima Divisione e poco abituati ad un campionato lungo come quello della B?

Picariello: «Confermo che sono un estimatore di Rastelli, ma non per un fatto meramente tecnico quanto per la capacità di fare gruppo e fare sistema, evitando che prevalga il peggio di cui ad Avellino siamo tutti capaci. Ciò detto vorrei ricordare le critiche piovute su di lui per gli innesti decisi con il Lanciano, per l’inserimento di Soncin a fine partita contro il Pescara. Siamo noi i primi ad avere pregiudizi su tutti gli altri, li invochiamo, ma poi se li schiera diamo addosso al mister. Anche Zappacosta al centro rispondeva all’esigenza di tenerlo “caldo” lontano dalle corsie laterali dove il Palermo ha uomini velocissimi che sulla corsia opposta hanno creato problemi anche a Millesi. Il nostro titolare under 21 è il principale cruccio di Rastelli in questo momento, essendo uno dei pochi in grado di saltare l’uomo e fare la differenza. Ma se dal 50 per cento attuale lo ritroveremo al 70 contro le Rondinelle ancora una volta avrà avuto ragione il mister nel farlo giocare comunque, sia pure fuori ruolo».

TuttoAv - Ci siamo spesso lamentati degli arbitri, ma seguendo il campionato di B e le altre squadre ci accorgiamo probabilmente che gli errori non sono frutto di 'malafede', ma proprio del fatto che gli arbitri sono mediocri?

Picariello: «Se mi si riferisce bene è quel che ha provato ad abbozzare lo stesso Abodi alla premiazione di Rastelli in Campidoglio in risposta a qualche tifoso che gli lamentava i tanti torti subiti che non ha neanche provato a negare. Purtroppo in alcuni casi, Varese in primis, ci hanno messo le mani in tasca e ci hanno letteralmente rubato dei punti che oggi ci farebbero maledettamente comodo. Con il risultato che col Brescia giocheremo per un solo risultato per non indietreggiare. E speriamo che andrà come speriamo».

TuttoAv - Chi prevedi che salirà in B direttamente, chi accederà ai play-off e quale sarà il ruolo dell'Avellino in questo finale di campionato?

Picariello: «Oltre al Palermo nulla è deciso. Per la seconda piazza vedo in corsa Empoli, Siena, Latina e Cesena, ma anche l’Avellino può ancora puntare al secondo posto se farà sei punti nelle prossime due gare, se no potrà anche restare fuori dalla griglia. Ho il fiato sospeso, oltre i prossimi dieci giorni non so andare. Sui play off, invece, è una bolgia, che coinvolge almeno altre 4-5 squadre».

TuttoAv  - In questi giorni si parla di un probabile addio di Rastelli e De Vito a fine campionato. Qual è il tuo pensiero in proposito?

Picariello: «La mia certezza, più che il mio pensiero, è che per Rastelli, Avellino sia la dimensione umana e familiare ideale. Una piazza che conosce, gli ha consentito di far bene, che ama e predilige anche per poter stare vicino alla sua famiglia. Se non saremo noi a spingerlo ad andar via lui non aspira ad altro che a crescere con l’Avellino come sta avvenendo. De Vito è giovane, avrà delle alternative, ma alla fine non credo che per lui il discorso sia molto diverso. Noi, in ogni caso, dovremo fare il tifo perché restino, sarebbe un ottimo segnale per le nostre aspirazioni di tifosi al di là di come si chiuderà questo campionato. Spero solo che sapremo somatizzare il risultato finale del campionato, senza colpevolizzare nessuno (e perché mai, poi?), se la promozione in A non dovesse arrivare».

Sezione: Focus / Data: Mer 09 aprile 2014 alle 18:15
Autore: Redazione Web
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