Avellino in profonda crisi, le tre sconfitte consecutive non hanno fatto altro che confermare un trend che va avanti da inizio stagione, e neanche il cambio di guida tecnica ha portato la svolta, così come il mercato di gennaio. Leggermente superiore la media punti di Rastelli rispetto a quella di Taurino, 1,4 contro 1 a partita (erano 1,7 per Rastelli fino alla partita contro il Crotone) che ha permesso quantomeno alla squadra di uscire dalla zona playout per entrare in quella playoff, ma Rastelli ha anche avuto più giornate dalla sua. A preoccupare è soprattutto un'incostanza nei risultati, squadra capace di esaltarsi e lanciare il cuore oltre l'ostacolo solo con le squadre di alta classifica, per poi perdere anche in casa contro squadre inferiori nell'organico e nella classifica. A 9 giornate dalla fine, si può oramai descrivere un quadro abbastanza chiaro di una squadra incompleta, poco compatta, priva di un'identità e di un'impronta di gioco chiara. Che si disunisce alle prime difficoltà e che non riesce a recuperare quando va sotto. Evidentemente sono state un caso le vittorie contro Potenza e Crotone, mentre la mediocrità è la costante.

Qualche altro numero che riflette questa crisi: nelle ultime tre partite, dove sono arrivate altrettante sconfitte, l'Avellino ha segnato un solo gol, a Cerignola, e ne ha subiti ben 6. Pensare che ne aveva segnati 7 solo contro Potenza e Crotone: la squadra è ripiombata nella difficoltà di andare a rete che vigeva prima dell'arrivo di Marconi, che evidentemente non ha risolto il problema, solo 3 reti segnate nelle 7 gare precedenti a Potenza-Avellino. L'Avellino ha l'ottava difesa con 31 gol subiti, e il 12° attacco sempre con 31 gol segnati: peggio di Monterosi, Picerno, Potenza e Giugliano, per citarne alcune. In casa la squadra è ottava con sei vittorie, sei pareggi e tre sconfitte, due solo nelle ultime due settimane; ma è fuori casa che l'Avellino ha il rendimento peggiore con soli 12 punti conquistati: tre vittorie, tre pareggi e ben 8 sconfitte.

Numeri che parlano chiaro e che dimostrano il fallimento sportivo di una squadra partita con ben altre ambizioni, e che manifesta anche la scelleratezza delle scelte effettuate in estate, quando è stato operato un repulisti generale che di certo non poteva portare una squadra ricostruita quasi da zero a primeggiare da subito, battagliando contro organici collaudati e rinforzati come quelli di Catanzaro, Crotone e Pescara. Anche per questo sul banco degli imputati è finito il ds De Vito, autore della costruzione della squadra prima con Taurino, e poi ritoccata a gennaio con Rastelli.

Probabilmente riuscirà anche a entrare tra le prime dieci, e a centrare i playoff, ma con questo rendimento difficilmente potrà arrivare lontano. Meglio cominciare a pensare già al prossimo anno, magari imparando dagli errori, senza smantellare nuovamente la rosa, ma cominciando una sana programmazione che possa portare nel tempo a costruire un organico forte, integrato e non risanato completamente ogni anno.

Sezione: Focus / Data: Lun 27 febbraio 2023 alle 15:50
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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