Massimo Rastelli è di fatto il nuovo allenatore dell'Avellino. Manca solo l'annuncio ufficiale del club. Il tecnico di Torre del Greco, classe 1968, torna in Irpinia, lì dove ha lasciato ricordi indelebili tra i tifosi biancoverdi. La sua ultima apparizione con i lupi in panchina, è a Bologna, il 2 giugno 2015, la semifinale playoff di Serie B, gara di ritorno al Dall'Ara, che l'Avellino vinse 3-2, ma non bastò per approdare in finale e sognare la Serie A. Ricordiamo ancora tutti la traversa di Castaldo che ha infranto i sogni del popolo biancoverde. 
Ma procediamo con ordine, Rastelli arriva ad Avellino già da calciatore, stagione 2004-05, Serie C. C'è da sfidare il primo Napoli di De Laurentiis. Rastelli segna un gol ai partenopei nel 2-0 della regoular season nel febbraio 2005, al Partenio, e ottiene la promozione in B, sempre contro gli azzurri, anche se la finale playoff non potè giocarla per via di un infortunio. 
La prima delusione arrivò nel campionato di Serie B successivo, stagione 2005-06, quando arrivò l'immediata retrocessione dei lupi. 
Chiude la carriera da calciatore alla Juve Stabia, club con il quale inizia anche il percorso da allenatore nel 2009-10. Al primo anno su una panchina, ottiene la promozione delle vespe dalla Seconda alla Prima Divisione di Lega Pro, poi allena Brindisi e Portogruaro. Nel 2012-13, la chiamata dell'Avellino come tecnico. Squadra giovane, con elementi di categoria, viene chiesto a Rastelli di valorizzare gli elementi più importanti e fare un campionato di media alta-classifica. L'inizio non fu facile, arrivarono le prime critiche, ma poi l'Avellino non si fermò più. 
Immediata la promozione in Serie B dei lupi, con la gara decisiva vinta a Catanzaro. Vince anche la Supercoppa di Lega Pro contro il Trapani. 
Con l'Avellino in Serie B, ottiene ottimi risultati: già il primo campionato è per diverse settimane ai vertici della classifica, salvo poi non qualificarsi ai playoff. Nel secondo campionato, stagione simile, Avellino che stavolta approda ai playoff, vince a La Spezia (in 10) nel turno preliminare, e in semifinale sfiora l'impresa con il Bologna, fermatasi solo sulla traversa del Dall'Ara. 
Ammonta, in totale, 130 presenze sulla panchina dell'Avellino, con 57 vittorie, 36 pareggi e 37 sconfitte tra Serie C, B e Coppa Italia. Chiude con una percentuale di vittorie del 39,58%. 
Nell'estate 2015 lascia l'Irpinia per lanciare la sua carriera, lo fa a Cagliari, dove ottiene subito una promozione in Serie A, guida alla salvezza i sardi il primo anno di massima serie ma nella terza stagione arrivò l'esonero dopo 8 giornate. Da lì seguono esperienze poco fortunate, con Cremonese (con cui sfiora i playoff il primo anno ma esonerato la stagione successiva dopo poche giornate, richiamato a gennaio, lasciò a fine stagione), SPAL e Pordenone, anche qui finite non benissimo. 
Anche per Rastelli, quindi, dopo quasi 10 anni, la ripartenza dalla Serie C, lì dove era cominciato tutto, con quel lupo, che lo aveva portato ad essere uno dei tecnici emergenti più importanti, fino a 8 anni fa. La storia di Rastelli e l'Avellino continuerà e si spera, possa farlo con i successi del passato. Il compito sarà arduo, l'Avellino al momento è una squadra senza identità, con enormi problemi, ben distante dalle posizioni che gli dovrebbero competere. Starà al tecnico ricompattare l'ambiente e riportare serenità intorno all'Avellino, oltre che provare a far sognare nuovamente i tifosi. 

Sezione: Focus / Data: Gio 20 ottobre 2022 alle 09:45
Autore: Marco Costanza
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