Nel corso della trasmissione “SottoRete” su JusTv, il presidente dei lupi Walter Taccone ha voluto chiarire la questione “pubblico” dopo le sue ultime dichiarazioni: “Ribadisco che in questo momento i tifosi sono pochi. Ritengo che il tifoso vero sia quello che va a vedere la partita quando la squadra sta in difficoltà, non quando vince. Il nostro tifoso è quello che fa i sacrifici, che fa mille chilometri per andare in trasferta. Quando perdiamo io sono avvilito per loro perché i presidenti passano ma il pubblico e il nome della squadra restano. Questi sono i tifosi che io ammiro, che ci hanno accompagnato dalla Serie D alla B, gente che ci vuole bene. Sono probabilmente gli stessi supporters che mi vengono ad incitare al termine di partite andate male. Non è vero che il nostro pubblico vuole a tutti i costi la Serie A. Noi ci siamo salvati a dicembre, non era mai successo nella storia dell’Avellino. Il nostro pubblico è maturato e cambiato in meglio. C’è un connubio perfetto tra società, squadra e tifosi. Alla fine di una partita di calcio è facile, per i calciatori, avere la testa un po’ annebbiata. Da una contestazione di dieci persone c’è stato un piccolo risentimento dei giocatori i quali, sbagliando, non sono andati a salutare quei tifosi che li avevano applauditi anche nelle sconfitte. Ci sta che qualcuno possa fischiare e dire qualche parolina di troppo. I giocatori si sono sempre impegnati sin dall’inizio della stagione. C’è stato un fraintendimento tra due fidanzati che poi hanno fatto pace. L’obiettivo di tutti è sempre quello di portare l’Avellino sempre più in alto”.
Il patron biancoverde ci ha tenuto a chiarire anche un altro aspetto: “Non sono in polemica con il mister ma quando lui, insieme al diesse, ha buttato acqua sul fuoco dicendo di non sognare troppo ha fatto una sua valutazione che io rispetto. Non ho mai voluto fare un distinguo tra quello che dice lui e quello che dice il presidente. Credo di aver visto bene la squadra, sto parlando di playoff dall’inizio del campionato, addirittura da luglio. Avendola vista giocare, ero convinto che questa squadra avrebbe potuto regalarmi grandi soddisfazioni. Se a ciò vogliamo aggiungere che oltre alle qualità c’erano anche le armi della determinazione e della forza, tutto questo messo insieme ha fatto sì che la mia idea venisse sempre più suffragata e confrontata dal fatto di fare un campionato di vertice.
Ricordo a tutti che, a parte due sabati, siamo sempre stati in zona playoff”.
Sulle possibilità di raggiungere la post-season: “Abbiamo un calendario sulla carta meno difficile di quello delle squadre che ci precedono. Dipenderà solo da noi. I ragazzi prima correvano a cento, ora lo stanno facendo un po’ meno. E’ un aspetto che va valutato. I motivi potrebbero essere il caldo oppure che sono stati impiegati sempre gli stessi calciatori e, dunque, la rosa non ha avuto la possibilità di essere sostituita gradatamente. Non fa parte del mio ruolo, però, giudicare perché alcuni giocatori sono stati impiegati maggiormente rispetto agli altri. Sarei comunque contento se venisse data la possibilità a qualche calciatore che finora è stato utilizzato poco di dare un po’ di freschezza e dimostrare le proprie qualità. Contro il Brescia, dopo un ottimo primo tempo, siamo stati colpiti a due minuti dal termine. Devo dire, però, che il Brescia non ha rubato niente pur giocando con una sola punta. Questo non vuol dire che noi dobbiamo necessariamente giocare con due o tre punte. Abbiamo giocato quasi sempre con il 3-5-2, conquistando nel girone di andata 37 punti. Le motivazioni di queste sconfitte potrebbero, dunque, essere tante: dalla scarsa condizione di qualche giocatore passando all’utilizzo di un modulo che forse non si confà alle nostre caratteristiche. Vedo in campo una serie di giocatori che pagano tanto lo sforzo sostenuto in campo. Mi riferisco ad Arini ma anche a D’Angelo e Schiavon. Quando sono messi in campo a tre danno il meglio, quando giocano a due sono costretti a coprire di più. Prima i nostri centrocampisti arrivavano con maggiore lucidità anche sotto porta. Dico, però, tutto questo da persona che ama il calcio, non da presidente. E’ solo una valutazione. Mi auguro che da giovedì possiamo riprendere il nostro cammino ”.
Una battuta, infine, sul premio promozione: “E’ qualcosa che si fa all’inizio o durante il campionato. I ragazzi non mi hanno chiesto nulla, ci siamo seduti e abbiamo determinato quali potessero essere i premi da assegnare a ogni singolo giocatore”.
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