L'Avellino non riesce a dare continuità alla vittoria di Bolzano e al punto casalingo contro il Venezia (che oggi ha battuto 2-0 il Monza e si porta ora a -2 dalle prime della classe) e cade 1-0 a Catanzaro. Una partita difficile da leggere perché l'Avellino non gioca male, fa la partita che ha fatto nelle ultime due prestazioni: accorta, attendista, ragionata, cercando di colpire in contropiede quando ve n'è l'occasione. Dopotutto Biancolino doveva pur fare qualcosa per invertire la tendenza che aveva portato la difesa avellinese a essere la più bucata del campionato e l'idea di giocare in maniera meno propositiva, più difensivista, cercando prima a non prenderle e poi a colpire, aveva portato i suoi frutti. Da buona matricola, pensare al gioco e allo spettacolo è un aspetto secondario, meglio pensare prima a coprirsi e poi a offendere. 

Anche a Catanzaro, come a Bolzano e col Venezia, ne è uscita una buona partita, anzi il Catanzaro non è il Venezia e non ha schiacciato l'Avellino nella sua area di rigore, la partita è stata piuttosto equilibrata con poche occasioni da una parte e dall'altra. La differenza l'ha fatta quel tiro di Cissé diretto all'angolino che Daffara ha visto partire all'ultimo, altrimenti sarebbe forse finita 0-0. Ma l'Avellino ha anche trovato dei varchi per provare a pungere in contropiede, c'è stata la traversa di Biasci, ben imbeccato dall'altro ex Sounas, e il gol di Besaggio annullato per una spinta apparsa veniale, ma che ricorda il gol annullato al Venezia a tempo scaduto una settimana fa, che può anche starci. Una classica partita che può essere decisa da un episodio, e così è stato.

Certo da analizzare c'è anche la prova insufficiente degli attaccanti: Tutino ha lottato ma ha trovato solo un colpo di testa alzato in angolo da Pigliacelli; Biasci si è visto solo nel secondo tempo con la traversa di testa, Patierno entrato nell'ultima mezz'ora non pervenuto. Russo spostato a sinistra è stato chiamato a un tipo di gioco diverso da quello offensivo. Rispetto alle ultime due partite quindi è mancato il guizzo, l'occasione giusta, la zampata in area di rigore. E si torna a casa sconfitti.

Aiello tra l'altro lo aveva detto, una squadra che deve salvarsi è normale che abbia un cammino a fasi alterne, non si può vincere sempre e la classifica vede comunque un Avellino ancora a metà classifica, lontano dalla zona playout. Sabato però arriva al Partenio un altro avversario di alto livello, il Palermo di Pippo Inzaghi tra le candidate alla promozione diretta in A. Un'altra partita da affrontare con accortezza e attenzione difensiva, si prevede un'altra gara di sofferenza. L'atteggiamento delle ultime gare è apparso corretto, forse un po' remissivo, la speranza è quella di cogliere nuovamente un risultato positivo ta le mura amiche, in un Partenio che si preannuncia nuovamente caldo e vicino al sold out, per regalare ai tifosi delle dolci festività natalizie.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 13 dicembre 2025 alle 20:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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