Alla fine ce l'abbiamo fatta. Senza conoscere ancora il responso del Tribunale Federale che a questo punto è ininfluente (la decisione, presa oggi, verrà comunicata soltanto domani), nonostante la penalizzazione di 3 punti, nonostante l'Avellino abbia "fatto di tutto" (nel senso buono del termine ovviamente) per non salvarsi dilapidando 7 punti di vantaggio dai playout racimolando 2 punti in 5 partite, e andando sotto con il Latina nella partita decisiva per la salvezza. Diciamo la verità, ce la siamo vista brutta e probabilmente nella ripresa il Latina ha favorito i Lupi tirando un po' i remi in barca. La fine del primo tempo per i tifosi biancoverdi era un mix di rabbia, incredulità, ma anche speranza, che qualcosa potesse cambiare nel secondo tempo.

Il Latina dal canto suo ha fatto il suo dovere, come è giusto che sia e come ha fatto fino dal primo giorno in cui è arrivata la matematica retrocessione: ha giocato la sua onesta partita, ha approfittato nel primo tempo della tensione che forse ha bloccato le gambe dell'Avellino, impaurito e teso fin troppo. I pontini sembravano giocare in scioltezza e sul velluto e lo dimostra il gran gol segnato dall'ex Insigne (il primo in questo campionato) servito di tacco. A quel punto l'Avellino è sprofondato nel baratro, il ribaltamento di risultato della Ternana che è passato dallo 0-1 al 2-1 sul campo del Brescia ha fatto temere il peggio.

Per fortuna nell'intervallo Novellino (uscito dal campo infuriato come un leone in gabbia) deve aver martirizzato a dovere i suoi che sono scesi in campo con un altro spirito. Hanno trovato subito il gol, annullato per un fallo dubbio, hanno attaccato a spron battuto complice, si diceva, un atteggiamento più remissivo del Latina, che ha lasciato sfogare i Lupi tentando solo qualche timido contropiede. Tanto ha sbattuto l'Avellino la testa contro il muro che è arrivato prima il pari di Ardemagni, e poco dopo il liberatorio 2-1 di Castaldo. Merito anche a Novellino, che è tornato il condottiero coraggioso che tante volte abbiamo elogiato da queste colonne, che ha saputo infondere ai suoi la giusta dose di rabbia e concentrazione (mancata totalmente nel primo tempo insieme all'equilibrio tattico) e soprattutto ha avuto il coraggio di mandare in campo ben 5 attaccanti contemporaneamente: Ardemagni, Castaldo, Camarà, Verde ed Eusepi. Un "o la va o la spacca" che ha dato i suoi frutti a meno di dieci minuti dal termine.

Ce la siamo vista brutta, molto brutta, probabilmente con un Latina ancora in lotta per un obiettivo avremmo incontrato maggiori difficoltà nel secondo tempo, ma ora non è tempo per recriminare e per i processo. Quelli potranno partire da domani, a salvezza in tasca. Come recitava un volantino della Sud oggi, ora è tempo di lottare e di gioire. Ecco, godiamoci allora questa quarta salvezza di fila e il quinto campionato di B che l'Avellino disputerà la prossima stagione. Prendiamo il bello di questa serata, la reazione della squadra, la salvezza e la'ffetto del Partenio, gremito come non si vedeva da tempo. 

Ripartiamo da questa bella cartolina con cui si chiude il campionato 2016/17 e ripartiamo. Da domani si potranno analizzare errori, passi falsi, chiedersi come mai nel primo tempo l'Avellino è apparso per l'ennesima volta un agnellino impaurito anziché un lupo che doveva solo aggredire gli avversari, e si potrà programmare il futuro. Da domani però. Ora esultiamo, tutti insieme. La B è ancora nostra.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 maggio 2017 alle 23:10
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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