A volte i cambi di allenatore sono solo un palliativo, un dover dimostrare che si fa qualcosa per provare a invertire la marcia, un tentativo di far girare la squadra in maniera diversa, non sempre azzeccato; altre volte invece riesce davvero a dare la scossa che serve a una squadra per cominciare a girare come dovrebbe, soprattutto quando questa si esprime al di sotto delle proprie possibilità. E' quest'ultimo il caso dell'Avellino: troppo brutto per essere vero nelle prime giornate, e non ce ne voglia Pazienza che pure ha condotto la squadra lo scorso anno fino alla semifinale playoff; trasformato in pochi giorni da Biancolino. Una squadra costruita per lottare per i vertici non poteva non riuscire a segnare o a vincere, e non ha dovuto inventarsi chissà cosa Biancolino. Qualche concetto nuovo, un modulo nuovo, un gruppo messo in campo in maniera leggermente diversa e soprattutto uno stimolo psicologico diverso. Quello di cui avevao bisogno la squadra per svegliarsi dal brutto sogno in cui era caduta e cominciare a fare ciò per cui era stata costruita.
La vittoria di Crotone è l'emblema di tutto questo: un 4-0 che testimonia tutta la forza di una squadra che può davvero lottare per il primato, una prestazione che dimostra come i calciatori giochino ora con la testa sgombra, con maggiore tranquillità: concetto su cui ha insistito molto lo stesso Biancolino in conferenza stampa. Una capacità realizzativa che non si era vista in 4 giornate di campionato ed è stata messa in campo, con tutta la propria veemenza, allo 'Scida'. E' vero che di fronte c'era una squadra in difficoltà, come i Lupi fino a qualche settimana fa, e che si è sbilanciata ulteriormente per provare a riprendere il risultato, ma è evidente che l'Avellino giri in tutt'altra maniera ora. Sounas, deludente nelle prime giornate, sta diventando il vero faro di questa squadra, come era nelle aspettative iniziali, e non solo per la doppietta odierna. D'Ausilio un'ira di Dio imprendibile, Patierno da quando è rientrato non ha solo regalato subito i gol che mancavano (tre in due partite) ma gioca per la squadra, dà profondità, fa da terminale offensivo, calcia con frequenza verso la porta. Solo per citare i protagonisti di Crotone ma tutto l'insieme, dalla difesa al centrocampo, all'attacco, sta diventando un'orchestra in cui ognuno sa cosa deve fare, e lo fa al meglio. Lo dimostra anche il rientro in gruppo di Cionek dopo diverse settimane da fuori lista, gioca titolare e fa una partita sontuosa. Questo significa solo che la squadra sta bene di testa ed è consapevole dei propri mezzi, oltre che star bene fisicamente.
Comincia ora il campionato dell'Avellino, purtroppo ancora una volta il ritardo, ma almeno il treno è partito e si spera ora che non si fermi più. Il primo posto è distante sei punti e c'è tutto il tempo per recuperare, soprattutto non c'è una ammazza campionato fino ad ora. Ci sono tante buone squadre che sono in vetta con merito: Benevento, Picerno, Catania, più qualche sorpresa, ma intanto l'Avellino ha riagguantato la zona playoff, ora deve cominciare la scalata verso la vetta. Saranno determinanti, come sempre, gli scontri diretti, ma ora la squadra di Biancolino ha tutte le carte in regola per giocarsela. Sicuramente si dovranno fare degli aggiustamenti a gennaio per regolare la rosa a immagine e somiglianza del nuovo tecnico e del suo modulo, capire come impiegare i vari esterni (anche se Russo può giocare benissimo da seconda punta, e oggi lo ha dimostrato, e Tribuzzi da mezzala o trequartista) e piazzare qualche esubero. Arriverà probabilmente anche qualche altro rinforzo, ma l'importante è che ora la squadra si rimetta sui binari giusti e arrivi al giro di boa già in quota per giocarsi il primo posto fino alla fine.
I tempi bui sembrano alle spalle, ora alle porte c'è un derby con la Casertana che può regalare altri tre punti fondamentali verso le risalita.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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