La stagione 2022/23 di Lega Pro è iniziata per tutti i club tra ritiri, calciomercato ed amichevoli estive in attesa dell’inizio ufficiale con la prima di campionato che attende ancora una data ufficiale a causa delle varie esclusioni, ripescaggi e annessi ricorsi.
Anche in questa stagione ci sarà ai nastri di partenza del girone C di Lega Pro l’Avellino, che rispetto alla passata stagione ha fatto qualche cambiamento, per quanto concerne l’area Tecnica è andato via il DS Salvatore Di Somma al suo posto è arrivato il DS Vincenzo De Vito. Anche la guida tecnica ha cambiato timoniere è andato via Piero Braglia ed al suo posto è arrivato Antonello Taurino. Anche in questa stagione l’obiettivo dell’Avellino è lottare per i primi posti della classifica per cercare di raggiungere anche se non direttamente, ma attraverso i play-off, la conquista della promozione in Serie B. Per conoscere le squadre più accreditate alla promozione o alla retrocessione e per rimanere sempre aggiornati sulle scommesse relative al calcio, cliccando qui potrete trovare una lista dei migliori bookmakers sul calcio online.
La Storia
Anche se oggi l’Avellino milita in Lega Pro c’è da ricordare che anche l’Avellino rientra tra le cosiddette nobili decadute che vantano un passato in Serie A , infatti con il 3°posto conquistato in Serie B nella Stagione 1977/78 l’Avellino ottenne la promozione in Serie A. Dalla stagione 1978/79 fino alla stagione 1987/88 l’Avellino disputo 10 campionati di fila nella Serie A con uno storico 8° posto nella stagione 1981/82 Purtroppo nella stagione 1987/88 l’Avellino si classifico al 15° posto che significo retrocessione in serie B.
Furono anni belli quelli per l’Avellino che vedevano sfidare al Partenio i club blasonati come Juventus, Milan e Inter. Tra le figure importanti di quella squadra vi era sicuramente il difensore Salvatore Di Somma, ma anche Rino Marchese.
Oltre alle figure di Salvatore Di Somma e Rino Marchese nella mente dei tifosi irpini rimangono impresse le prestazioni di due stranieri che indossarono la maglia dell’Avellino in quei 10 Anni consecutivi di Serie A.
Stiamo parlando di Juary e Dirceu.
Juary
Nel Giugno del 1980 si decide di riaprire il calciomercato degli stranieri ed anche l’Avellino non si lascia sfuggire l’occasione Acquistando Jorge Dos Santos Filho in arte Juary che fu il primo straniero dell’Avellino in Serie A. L’Avellino del presidente Antonio Sibilia, in occasione della riapertura delle frontiere, su segnalazione del nuovo allenatore degli irpini, Luís Vinício, acquistò Juary, vinta un'iniziale diffidenza dovuta al suo fisico minuto, divenne il beniamino della tifoseria e convinse appieno, mostrando di essere un attaccante dalle caratteristiche ideali per una squadra, come quella campana, in lotta per la salvezza.
Riscosse subito simpatie non solo per il suo carattere aperto e solare, ma soprattutto per la caratteristica "danza della bandierina", il suo modo folkloristico di esultare dopo aver segnato un gol, facendo tre giri intorno alla bandierina del calcio d'angolo, gesto che lo portò all'attenzione generale. Al suo esordio con l'Avellino, in una partita di Coppa Italia al Partenio vinta per 4-1 contro il Catania, fissò il punteggio segnando quello che lui ricorda come il gol più bello in carriera, tale rete passò inoltre agli annali del calcio italiano per essere stata la prima realizzata da uno straniero dopo la cosiddetta riapertura delle frontiere.
Dirceu
Nel Settembre del 1986 approda ad Avellino Dirceu sempre su indicazione del Mister Vinicio brasiliano come lui, Dirceu giocava in Italia dal 1982, era alla sua quinta stagione consecutiva nel nostro campionato. Il calciatore brasiliano in cinque stagioni aveva cambiato cinque squadre, un piccolo record per l’epoca. Prima di approdare in Irpinia aveva giocato a Verona, Napoli, Ascoli e Como. Il fuoriclasse verdeoro con la propria nazionale aveva partecipato a ben tre mondiali ed era famoso in tutto il mondo per la sua abilità sui calci piazzati. Ancora oggi è un piacere rivedere le immagini delle sue bordate con quelle traiettorie velenose che facevano impazzire i portieri avversari.
Approda ad Avellino non più giovanissimo avendo 34 anni, ma il mister gli ritaglia il suo spazio affidandogli le chiavi del gioco dell’Avellino con la maglia numero 10 sulle spalle. Dirceu con gli irpini disputò la sua migliore stagione in Serie A, realizzando sei gol e risultando determinante per lo splendido campionato dell’Avellino. Aveva un mancino magico, col quale riusciva a far fare al pallone quel che voleva, e doti balistiche altrettanto incredibili. La sua specialità erano i tiri ad effetto e i calci di punizione dalla lunga distanza, con i quali riusciva spesso a ingannare anche i portieri più forti.
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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