Settimio Lucci, ex difensore dell'Avellino ai tempi della Serie A, ha parlato ai microfoni di SportChannel: "Vivo a Piacenza, in una zona pericolosa, siamo chiusi in casa da 40 giorni. Capisco gli interessi economici del calcio e la volontà di ripartire, ma credo sia possibile soltanto in Serie A. Credo che qualcuno non si renda conto della situazione.

L'Avellino? Giocavo nella Primavera della Roma, venni a giocare una partita e c'era Sibilia. Mi vide giocare e fece di tutto per prendermi a novembre. Mi chiamò il direttore del settore giovanile della Roma, mi disse che il giorno dopo sarei partito per Avellino, che mi avevano venduto. C'erano ancora le baracche vicino allo stadio negli anni a seguire il terremoto. 

Lucci è il giocatore più giovane ad aver segnato con la maglia dell'Avellino: "Il record mi fa piacere, era la mia seconda partita, dopo aver esordito contro la Lazio. Segnai all'Inter, non mi ricordo neppure il minuto, proprio mentre sul Partenio era calato il buio della notte. Vidi i volti sorridenti e contenti di compagni e tifosi, fu bellissimo. Ricordo l'attaccamento del popolo verso la squadra, rappresentazione della città. Per loro la domenica era un rito e gli avversari lo sapevano. Un aneddoto? Limido faceva scherzi a tutti. Inchiodò le scarpe di Di Somma alla pedana dello spogliatoio, con dei chiodi. Di Somma si mise le scarpe, ma non riuscì ad alzarsi. Il tutto finì con grandi risate, e Salvatore era uno duro in campo. Le grandi squadre nascono sempre dalla società e dall'unione tra calciatori". 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Sab 11 aprile 2020 alle 19:31
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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