Il modo con il quale è andato via appare esemplare, anzi paradigmatico della sua non comune signorilità: in punta di piedi, senza battere ciglio, senza una polemica, senza il minimo accenno di disappunto. Eppure, riteniamo, sarebbe stato umano e comprensibile un suo eventuale sfogo, almeno per come è andata avanti la seconda parte della sua stagione, vissuta praticamente sempre in panchina. L'avrete capito, stiamo parlando di Claudio Labriola, ormai ex difensore centrale biancoverde che, proprio ieri, ha risolto consensualmente il contratto che lo legava ancora all'Avellino. Claudio è nato a Salerno, ma poco dopo la sua famiglia si è trasferita ad Avellino. Insomma è un Avellinese di adozione. E per lui che ha iniziato a tirare i primi calci nella mitica CAGC Avellino del professore Del Gaudio, il sogno piu' grande è sempre stato quello di giocare un giorno con la gloriosa casacca biancoverde. Lo scorso anno ha lasciato Vercelli, dove aveva giocato per sei stagioni ed era diventato il capitano della Pro Vercelli. In Piemonte era praticamente una specie di "sindaco", i tifosi gli volevano bene. E quando ha deciso di seguire il cuore per indossare finalmente la maglia che aveva sognato da ragazzino, a Vercelli in parecchi si sono dispiaciuti. Con l'Avellino Claudio ha vissuto un campionato dai due volti: nella prima parte (specie quella a cavallo della brillante serie positiva della squadra biancoverde) ha giocato da titolare; mentre nel girone di ritorno è stato quasi sempre relegato in panchina. Forse anche per questo la società avellinese gli ha chiesto di risolvere il contratto. E lui, da persona intelligente, ma soprattutto perbene, non ha battuto ciglio, accettando con signorilità e disincanto la scelta tecnica della società di Piazza Libertà. Appresa la notizia dell'epilogo del suo rapporto con l'Avellino, lo abbiamo voluto ascoltare, anche per dargli modo di inviare ai tifosi biancoverdi, nostro tramite, il suo personale saluto.

"Per un calciatore (perlomeno per me) hanno sempre avuto grande importanza le qualità umane, che la gente sa riconoscerti se tu fai il tuo lavoro seriamente, nel rispetto dei tifosi, della Società e del Mister, della storia della città in cui giochi e dando sempre tutto te stesso. Rispettando di certo anche chi ( come te e pochi altri) offre egregiamente e professionalmente il proprio lavoro di informazione in maniera corretta. A me resterà di quest'anno vissuto con la maglia biancoverde il grande Onore di aver dato il mio apporto nel momento in cui l'Avellino otteneva il suo filotto di risultati utili, portando a casa anche le trasferte di Viareggio e Pavia. Ed e' stato e sara' sempre un motivo di grande orgoglio aver giocato al Partenio-Lombardi! A tal proposito, permettimi di ringraziare, attraverso te, la Società A.S. Avellino e tutte le Persone che le appartengono, per avermi dato questa importante possibilità, Sono grato, logicamente, a mister Bucaro che mi ha aiutato a farmi crescere, ed al quale va la mia stima incondizionata. E non posso non ringraziare i miei compagni di squadra che si sono rivelate persone speciali. Nel calcio come nella vita bisogna essere sempre uomini ed io oggi vado ad affrontare una nuova esperienza di vita a testa alta, senza rimpianti e senza polemiche. Avellino resterà sempre il mio nido! Un abbraccio grande soprattutto alla gente che ha fatto sacrifici per sostenerci e che ogni domenica era allo stadio. La grande tifoseria dell'Avellino e' la vera, solida, base  da cui dovranno ripartire i Lupi. Ai quali auguro, di vero cuore, di ottenere nella prossima stagione il traguardo e l'obiettivo desiderato".

Buona fortuna, Claudio, almeno sul piano umano (questo francamente è l'aspetto che, di gran lunga, preferiamo, specie in un calciatore, e soprattutto di questi miserrimi tempi) hai dimostrato di essere calciatore di serie A!

 

Sezione: Esclusive / Data: Gio 28 giugno 2012 alle 20:21
Autore: Rino Scioscia
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