Gianluca De Ponti, indimenticato calciatore dell'Avellino nei primi tre anni di Serie A, è intervenuto a SportChannel.

L'attaccante ha ricordato l'arrivo di Juary ad Avellino: "Ci sono stato tre mesi assieme a Juary. Quando vidi arrivare uno abbronzato, mi dissi chi è quello lì (ride, ndr). In quei due, tre mesi è molto maturato, perché all'inizio era un po' birichino. Poi in carriera è andato all'Inter, poi al Porto ha vinto la Coppa dei Campioni. Io non ero birichino, mi ha mandato via Vinicio, io sarei rimasto a vita ad Avellino, mi volevano bene e facevo il mio. Poi quell'anno arrivarono grandi calciatori come Tacconi e Vignola, niente a che vedere con i primi due anni di Serie A dove eravamo io, Massa e Tosetto". 

Un ricordo di Paolo Rossi e di quell'Avellino-Perugia 2-2 segnato dal Totonero: "Pioveva che Dio la mandava, c'era mezzo metro d'acqua e il pallone non andava né avanti, né indietro. Poi venne fuori quel casino con il mio amico Paolo Rossi, e di alcuni nostri calciatori tra cui me e Di Somma. Dissero che noi ci vendevamo le partite. Mai fatto, abbiamo sempre combattuto. Né io, né Di Somma e né Cattaneo eravamo calciatori che facevano cose, e infatti ne siamo usciti puliti. Poi se c'era qualche birichino non saprei... Con Paolo Rossi dopo il Mondiale vinto andai in vacanza a Ibiza. Era un ragazzo d'oro. Però è stato messo tutto a tacere col doping, sono morti troppi calciatori con il tumore, io pure l'ho avuto. Sono morti 200 calciatori, i medici all'epoca facevano i furbetti. Ne sono più che convinto". 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Mar 15 dicembre 2020 alle 12:50
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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