"Questa lettera non avrei mai voluto scriverla, ed è molto dura per me. Non sono irpina, ne tanto meno campana,  vivo qui da diversi anni. Ricordo ancora la mia prima volta al Partenio, il ragazzo che all’epoca mi piaceva mi chiese se ero libera per il fine settimana successivo, in maniera entusiasta risposi di sì, già mi pregustavo un week end romantico,  ignoravo che i suoi programmi prevedessero una partita al Partenio e una al Pala Del Mauro. Il mio entusiasmo iniziale era svanito… poi mi ritrovai nel magico mondo della Scandone e lì per lì mi  sembrò di essermene  innamorata, ma ancora ignoravo l’effetto Partenio.  La partita che vidi era Avellino- Juve stabia…  ovviamente in curva sud…  non mi innamorai della squadra, ma del tifo e del calore della Sud. Piano piano iniziai ad addentrarmi nel mondo “social” dei Lupi e da lì fu solo un crescendo….  Mi preoccupavo del calendario, degli arbitri che ci mandavano,  e in men che non si dica mi ritrovai da calabrese  con una tessera del tifoso e un abbonamento ai Lupi. Ho imparato sui gradoni che diventa “na malatia”. Ho imparato chi erano Juary, Kutuzov ,Calvaresi, “Criaco menali tutti” e persino Anastopoulos .  Mi hanno parlato dei gloriosi anni in serie  A , dei 15000 a Crotone , delle croci in mezzo al campo, della partita contro l’Ascoli prima del terremoto…  Il ragazzo in questione divenne poi mio marito. Non ho più smesso di seguire i Lupi, sono venuta al Partenio con il pancione fino agli otto mesi… ho portato mio figlio di due mesi e mezzo a vedere l’allenamento dei Lupi prima del ritiro, mi stavo già attrezzando per portarlo in sud a fine agosto…  E POI? E poi ieri è  stata una dura giornata, non era così che doveva finire. Spiegarlo agli altri è impossibile ad Avellino il calcio è vita e ieri siamo un po’ morti tutti quanti".

Stefania G.

Sezione: Parola ai tifosi / Data: Mer 01 agosto 2018 alle 15:15
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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