Una sconfitta quasi indolore, meritata per quanto visto nella prima ora di gioco, molto meno per quanto mostrato dall’Avellino nell’ultima mezzora. La squadra di Capuano ha disputato 30 minuti nel primo tempo puntando tutto sulla fase difensiva, perfetta fino al gol di Antenucci e sul furore agonistico, smorzato dal raddoppio di Perrotta. Ha sfiorato l’1-1 in chiusura di prima frazione e, forse, se la partita fosse durata un altro quarto d’ora avrebbe pure potuto pareggiarla.

Ne è la dimostrazione la sostituzione operata da Vivarini nel finale, quando ha inserito Berra per Simeri, giocando con cinque elementi in difesa nel tentativo di fronteggiare gli assalti dell’Avellino.

L’era D’Agostino è iniziata con una sconfitta che fa poco male, restituendo allo stesso tempo una tranquillità economica e morale che alla piazza biancoverde mancava da parecchi mesi.

E’ terminata la fugace esperienza della IDC, proprietaria del club da dicembre, ma ai ferri corti da gennaio. Un insieme di soci che non si conoscevano e si sono odiati, finendo fortunatamente per accordarsi e lasciare la mano quando hanno capito che andare avanti con il loro modus operandi avrebbe significato incendiare ulteriormente l’ambiente e trascinare l'Avellino verso il fallimento.

D’Agostino è diventato proprietario dell’87.5% delle quote, lasciando a Innovation Football il restante 12.5%. Proprio la società di Riccio e Cusano ha svolto un ruolo chiave nell’operazione d’acquisto, accettando di dimezzare la sua quota per favorire l’ingresso dell’imprenditore di Montefalcione. Una mossa che potrebbe aver spiazzato Circelli, il quale ritrovandosi con il cerino in mano, ha messo da parte l’ambizione di voler comandare da solo, escludendo Izzo, che a sua volta è uscito vincitore (a suo dire) avendo negato al socio rivale di mettere le mani sul 50% di proprietà sua, di Autorino e De Lucia.

Tutti felici e contenti, dunque, soprattutto i tifosi biancoverdi che dall’estate scorsa aspettavano la svolta societaria, sinonimo di serenità. Ora si può iniziare a parlare solo di calcio giocato e di ambizioni future.

Il primo passo è di ripristinare la vecchia capienza dello stadio attraverso l’installazione delle sedute individuali nelle due tribune, che consentiranno ai sostenitori biancoverdi di tornare nella Terminio e nella Montevergine Laterale.

La vicinanza politica di Gianluca Festa e Stefano Luongo a D’Agostino consentirà pure di mettere la parola fine alla querelle canoni di locazione. Difficilmente l’assessore al Patrimonio del Comune di Avellino esternerà il suo malcontento minacciando di mettere alla porta l’U.S. Avellino, come fatto con la gestione Sidigas e pochi giorni fa.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 01 marzo 2020 alle 22:20
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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