Va avanti la squadra che ha meritato di più, quella che nel doppio confronto ha dimostrato di valere i quarti di finale dei playoff. Al netto dell'errore arbitrale dell'andata, che per quanto ne dica Filippi c'è ed è stato riconosciuto da più parti, l'Avellino ha giocato la partita che doveva: accorta a Palermo, cercando di non subire (e ci stava riuscendo fino all'errore dell'arbitro), propositiva e aggressiva al ritorno, aggravata dalla necessità di far gol per passare il turno. Una partita, quella di ritorno al Partenio, preparata bene in questi tre giorni soprattutto dal punto di vista mentale: Braglia ha saputo caricare a dovere i suoi, inculcandogli l'idea di dover aggredire il Palermo fin dal primo minuto per avere la meglio sotto il piano del gioco, e così è stato. Si è visto un Avellino subito determinato, subito aggressivo, a pressare alto e sorprendendo forse con questa manovra asfissiante l'avversario. Irpini decisamente meglio nella prima frazione, a parte il brivido con Kanoute parato da Forte. Poi solo Avellino, fino al meritato gol di D'Angelo, costruito magnificamente da Maniero con una percussione inarrestabile in area.
Nella ripresa, forse inconsciamente pago del risultato, l'Avellino è tornato a fare la partita fatta a Palermo, accorta e con qualche astuta perdita di tempo, cercando in contropiede il gol della sicurezza. C'è andato vicinissimo Fella, che ha ciabattato da ottima posizione, ma anche Tito che col sinistro preferisce il controllo al tiro. Cala l'Avellino, sale il Palermo che col passare dei minuti intensifica la pressione alla ricerca del gol e Forte si deve superare due volte su Valente, oltre che ringraziare la traversa sul tiro a spiovere di Kanoute. Ma stavolta non ci sono sorprese finali o errori di sorta, e l'Avellino porta a casa la qualificazione. Onore anche al Palermo, che è apparsa un'ottima squadra, compatta, in forma, molto meglio di quella affrontata in campionato e non a caso era arrivata fin qui da imbattuta e con la porta inviolata. Ma nel doppio confronto, lo ripetiamo, di poco l'Avellino si è mostrato superiore. Non a caso non ha prevalso nel risultato totale ma nella migliore classifica nella regular season.
Nel rivedere questo doppio confronto e la girandola di emozioni, nonché il dispendio fisico, forse arrivare secondi e subentrare ai playoff solo a questo punto non sarebbe stato poi tanto male, ma lo scoglio, seppur con qualche brivido, è superato. E l'Avellino ci arriva anche già rodato e temprato da questo doppio, duro scontro. Domani si conoscerà la prossima avversaria, a questo punto ogni squadra diventa temibile e ogni partita può nascondere insidie, basti vedere le sorprese arrivate dagli altri campi, su tutte l'eliminazione del Bari, che ha concluso male una stagione che non è eresia definire fallimentare per quelle che erano le premesse.
Un plauso anche alla tifoseria biancoverde, che non potendo sostenere i calciatori ha fatto sentire tutto il proprio affetto e fatto capire ai calciatori cosa vuol dire giocare ad Avellino nel prepartita, salutando la squadra con cori, fumogeni e tamburi. Oltre a colorare di biancoverde l'intera provincia. Anche questo siamo certi avrà dato una spinta ulteriore alla squadra che è scesa in campo già carica a mille. L'Avellino, come dimostrato nella partita di campionato contro il Bari, nelle sfide chiave risponde presente: probabilmente ha bisogno di stimoli forti e di grande carica emotiva per dare il massimo, e questo può essere un ottimo segnale in vista della fase calda dei playoff. Con questo atteggiamento e questa tempra nulla è impossibile, ora naturalmente entrano però in gioco anche le potenzialità tecniche delle squadre e gli episodi, che come abbiamo visto a Palermo in partite molto tirate alla fine spesso finiscono per fare la differenza.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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