Cambiano le stagioni, cambiano i giocatori, ora anche gli allenatori, ma l'Avellino sembra sempre unito da quel filo rosso che lo trattiene tra le delusioni del campionato dallo scorso anno. Quella continuità di prestazioni e risultati che ha portato la società a cambiare Rastelli dopo due giornate, perché non si intravedevano segnali di miglioramento rispetto allo scorso anno, e che non si sono intravisti stasera neanche con Pazienza. Che però, attenzione è bene rimarcarlo, ha avuto solo pochi giorni per lavorare. Ancora non si può giudicare il suo lavoro e la sua impronta, ma almeno l'Avellino non ha perso, e questa è già una notizia di questi tempi. Contro il Foggia ne è uscito uno scialbo 0-0 che non ha entusiasmato né per gioco né per il risultato finale, e che aumenta i rimpianti soprattutto per le occasioni avute nella ripresa da Patierno, soprattutto l'ultima al 94' che poteva e doveva essere gol. L'attaccante forse è l'emblema dell'Avellino in questo momento: un attaccante da 17 gol nel campionato scorso, in una squadra di nomi importanti, che non riesce a segnare gol all'apparenza facili, con la squadra che contemporaneamente è a secco da inizio campionato. Anzi, a voler essere precisi è a secco da 559 minuti, ultimo gol alla Juve Stabia lo scorso 2 aprile.

Pazienza ha potuto fare poco in questi quattro giorni, se non schierare la squadra con un modulo diverso, il 3-5-2, e provare qualche interprete diverso. Ma visti i risultati e la freschezza e la voglia con cui entrano alcuni subentranti, forse dovrebbe avere il coraggio di osare di più. Gori e Sgarbi sembrano più mobili e vogliosi di Patierno e Marconi, Palmiero potrebbe far rifiatare D'Angelo ancora impalpabile, D'Amico meriterebbe più minutaggio, provare insomma a dare uno scossone a una squadra che non riesce a cambiare pelle e passo, quello di cui avrebbe bisogno. A tratti il Foggia si è fatto preferire, per fluidità di manovra, per pericolosità, per intesa. Sicuramente è difficile mettere insieme tanti giocatori nuovi in un campionato, se ne è avuta la riprova lo scorso anno quando la squadra è stata smantellata in estate, se ne sta avendo nuova evidenza quest'anno quando la squadra è stata nuovamente ricostruita. E non basta, a quanto pare, avere nomi di grido in rosa, se poi non li si fa esprimere all'unisono come i componenti di un'orchestra. Restano tanti bravi solisti alla ricerca di uno spartito e di un maestro d'orchestra.

Proviamo però a guardare il lato positivo della serata: primo punto della stagione, primo clean sheet, un punto di ripartenza sul quale Pazienza dovrà lavorare per andare, si spera, in crescendo. Prendiamolo come un primo segnale di tentativo di svolta, con la speranza di vedere qualcosa di più già nel turno infrasettimanale, giovedì sera, a Sorrento in un altro derby campano.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 settembre 2023 alle 23:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print