Tracollo a Foggia. Una partita brutta, mal giocata dall'Avellino, che ha subìto l'iniziativa rossonera dal primo all'ultimo minuto. Si può riassumere così il nuovo passo indietro dell'Avellino in uno "Zaccheria" silenziato dalle porte chiuse, confermato dal dato finale: 70% di possesso palla Foggia, 30% Avellino. Il gioco è stato praticamente sempre nelle mani dei padroni di casa, anche quando l'Avellino ha trovato il vantaggio su azione di contropiede. Le assenze hanno pesato, eccome: mancavano praticamente tutti i protagonisti del 5-1 dell'andata, vale a dire Morosini, Ardemagni e Castaldo, ma di fatto dobbiamo analizzare la partita andata in scena a Foggia che ha visto i padroni di casa creare di più con l'Avellino rintanato nella propria area che provava di tanto in tanto qualche contropiede. Ma si poteva fare qualcosa di più.

Innanzitutto in fase di costruzione, dove Novellino ha fatto di necessità virtù impostando D'Angelo dietro Asencio in un 4-4-1-1 che in fase offensiva si trasformava anche in un 4-2-3-1 con Molina e Laverone che salivano a dare supporto. Questo ha funzionato fino al gol dell'Avellino, poi i biancoverdi sono gradualmente spariti dal campo. E hanno subito prima il pari con un'azione di dubbio fuorigioco, in cui però la difesa ha sbandato troppo con Migliorini due volte in difficoltà su Nicastro, e poi l'azione, anche qui di dubbio fuorigioco di Gerbo che ha portato all'espulsione di D'Angelo. A quel punto, in dieci, l'Avellino ha prodotto ancor meno del primo tempo, con il risultato di una partita brutta nella ripresa, in cui il Foggia ha trovato, pur senza brillare (ma tenendo il pallino del gioco costante) il 2-1 al quale i biancoverdi non hanno saputo reagire.

Si sarebbe dovuto impostare il gioco sugli esterni per sopperire alla mancanza di veri attaccanti, ma il baricentro dell'Avellino è stato sempre basso, forse anche per la pressione del Foggia apparso più convinto di voler vincere, e anzi si è sofferto molto proprio sugli esterni in fase difensiva, da dove sono arrivati tutti i pericoli. Un passo falso che non ci voleva che interrompe una striscia positiva. Urge al più presto recuperare gli infortunati: non si può pensare di affrontare un campionato senza Ardemagni, Morosini, Castaldo, Cabezas, Rizzato, Gavazzi, per dirne alcuni. Come costruire una squadra e poi dover rinunciare a diverse pedine ritenute fondamentali per l'intelaiatura base. Gli episodi hanno fatto il resto, certo, ma un Avellino così incerottato farebbe fatica contro qualunque avversario, recriminazioni a parte.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 03 febbraio 2018 alle 17:35
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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