L'Avellino cade anche nel derby contro la Juve Stabia al Romeo Menti. Una sconfitta beffa per i lupi, un 2-1 per le Vespe magari non meritato, ma stiamo qui a parlare dell'ennesima prova incolore dalla compagine irpina, con mancanza di carattere e determinazione. A Castellamare la sistesi perfetta della stagione dei lupi in 90 minuti. Fatta di infortuni, l'ennesimo, stavolta il più pesante e triste di tutti, quello di Raffaele Russo, esterno d'attacco, una delle note liete di questa stagione biancoverde. Un infortunio gravissimo, che probabilmente lo terrà fuori mesi. La gara dell'Avellino parte subito in salita, salita che diventa ripida al gol di Berardocco per la Juve Stabia. Juve Stabia che poi ha pensato a difendere il vantaggio e nella ripresa è calata anche fisicamente, con l'Avellino che ha saputo reagire, rimontando la gara, trovando il pari con Ricciardi e finendo lì il suo compito. 
Lupi che non hanno avuto la forza, anche mentale, di spingere per andare alla ricerca del 2-1, perchè a quel punto la gara si poteva e si doveva anche vincere. E alla fine il calcio premia chi ci crede di più, quando si stava stancamente arrivando ad un 1-1, la Juve Stabia l'ha vinta con eurogol di D'Agostino. 
D'Agostino che sgambetta i lupi di D'Agostino. Sembra uno scherzo del destino, pura ironia, ma è la realtà. Come è realtà l'ennesima sconfitta, la 14a, record assoluto nella storia dei lupi in Serie C. 
C'è poco da salvare da questa trasferta, se non la discreta prova di Sottini a sinistra. Avellino che cade sui soliti errori, solita normalità di una stagione fallimentare, che ora, a 3 giornate dalla fine, vede l'Avellino mestamente fuori dalla zona playoff, al tredicesimo posto, di una stagione che alla vigilia, parole dei protagonisti partita per ambire al primato. Un primato che dista quasi 50 punti, e vengono i brividi solo a pensarci. 
Una giornata storta sotto tutti i punti di vista, nata con la tristissima notizia della morte di Mimmo Cecere, uno di quegli eroi della promozione con il Napoli. Prima uomini e poi calciatori, prima gente con carattere, grinta, attributi, e poi brava con i piedi. 
L'Avellino aveva nel suo dna questo, la voglia di lottare, lo spirito che contraddistingue questo popolo, quello di non arrendersi mai. Di questo Avellino, oggi, invece, non c'è nulla. 
La sconfitta di Castellammare è l'ennesima, triste, sintesi di una stagione fallimentare, che ha poco a che vedere con il blasone di questo club in questa categoria, che ha poco a che vedere con la storia e la tradizione dell'Avellino. Non solo per i risultati, ma per la voglia di lottare, di provare a dare tutto, cosa che questi giocatori, sembra non avere, tranne qualcuno. In molti pensano già al 23 aprile e arrivederci e grazie. 
E forse dovremmo pensarci anche noi per  chiudere quanto  prima questa stagione maledetta e ripartire con nuovo entusiasmo la prossima stagione. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 02 aprile 2023 alle 21:45
Autore: Marco Costanza
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