Il calcio è davvero molto strano. La sconfitta dell'Avellino al Matusa ne è stata la conferma. Paradossalmente, il ko è arrivato in un match dove i lupi hanno espresso un gioco tutt'altro che negativo mentre nella gara contro il Barletta gli irpini avevano ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo. Accade anche questo nel calcio. I biancoverdi si sono ritrovati in svantaggio dopo pochi minuti di gioco e ciò ha pesato sicuramente nell'economia dell'incontro. E' sbagliato, però, gettare la croce addosso ad Izzo per l'errore commesso e a Rastelli per aver utilizzato un altro schema di gioco. Del resto, se si vuole essere davvero obiettivi, l'Avellino non ha sempre convinto con il 4-4-2 ed è importante che un allenatore proponga anche nuove idee in modo da disorientare l'avversario. In effetti, dopo la rete di Gucher l'Avellino ha reagito subito ed ha iniziato a mettere in difficoltà l'avversario. Si è spesso peccati nell'ultimo passaggio ma non si può dire che i lupi non ci abbiano provato. Meno condivisibile è stata la scelta di affidarsi, in mezzo al campo, a Francesco Millesi che non ha né i tempi giusti né le gambe per fare quel ruolo. Sarebbe, forse, stato meglio schierare Massimo oppure far giocare il capitano come esterno alto coadiuvato da Herrera, Catania o Bariti dal lato opposto ed escludendo, in questo modo, De Angelis dall'undici di partenza. Ha impressionato, infatti, che nel primo tempo i lupi avessero in panchina contemporaneamente Herrera, Catania e Bariti.

Nel secondo tempo, comunque, si è ritornati al 4-4-2 con l'inserimento dell'esterno ex Nocerina al posto di Izzo ma le cose, almeno inizialmente, non sono cambiate. Infatti, l'Avellino ha avuto un approccio molle anche ad inizio ripresa ed ha cominciato a giocare dopo aver subito il secondo schiaffo. L'ingresso di Biancolino ha dato una svolta alla partita dell'Avellino. Il pitone è apparso davvero in ottime condizioni, nonostante i 120' giocati mercoledì scorso in Coppa Italia contro l'Arzanese ed ha iniziato a mettere in difficoltà i difensori avversari riuscendo, con molta astuzia, a far espellere Bertoncini. L'Avellino, però, sta continuando a palesare un problema: finalizza poco su azione. Se facciamo un'analisi dei match disputati fino ad ora dai lupi, ci rendiamo conto che la maggior parte delle reti siglate sono arrivate dagli undici metri; gli unici gol su azione sono pervenuti da grandi giocate di Castaldo e, nella prima giornata di campionato, dal colpo di testa di Catania nato da un calcio di punizione. Quello che vogliamo sottolineare è che bisogna evitare che la squadra diventi eccessivamente Castaldo-dipendente in zona gol. Non vogliamo, con ciò, sminuire le qualità e le capacità di Gigi che è venuto ad Avellino per fare la differenza ma ripassando la sua carriera si nota che la punta di Giugliano non ci ha mai abituati a campionati conclusi con più di 15 gol realizzati. Il suo contributo può risultare decisivo, quindi, non solo in termini di gol ma anche di assist e di giocate importanti per la squadra. C’è bisogno, però, che trovino la rete anche altri giocatori a partire dai compagni di reparto per, poi, passare agli esterni che, per quanto abbiano spesso fatto vedere buone cose, sono risultati poco concreti in zona gol.

Sta di fatto, comunque, che il bicchiere va visto mezzo pieno. Alla squadra non gli si può rimproverare di non averci provato fino alla fine. Peccato, come detto in precedenza, per i due gol beccati sugli unici due tiri nello specchio della porta e, soprattutto, ad inizio di entrambe le due frazioni di gioco. La reazione, però, c'è stata anche perché va sottolineato che i lupi, ieri, sono andati per la prima volta in svantaggio dall'inizio del campionato. E' normale che bisogna ancora migliorare tanto ma le sensazioni rimangono più che positive. Paradossalmente, un allenatore, probabilmente, trova indicazioni importanti più in questo tipo di partite che nelle vittorie. Del resto, queste prime 6 giornate hanno evidenziato che nessuna squadra è in fuga e che, quindi, ci si avvia verso un campionato molto equilibrato. Sarà importante trovare continuità nel gioco come nei risultati. Bisogna, ora, archiviare questa sconfitta e pensare subito al match contro il Perugia al quale seguirà la sosta. Un ko ci può stare, ciò che conta è rialzarsi subito. Peccato soprattutto per i supporters biancoverdi che ieri hanno letteralmente invaso il Matusa. Sul campo si è usciti sconfitti ma sugli spalti l'Avellino ha senz'altro vinto. L'augurio è che quest'entusiasmo non si spenga e che domenica prossima ci sia, con l'aumento della capienza da tutti desiderata, il pubblico delle grandi occasioni che spinga i lupi al ritorno alla vittoria.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 ottobre 2012 alle 12:00
Autore: Carmine Roca
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