In una lunga intervista a SportChannel, Geronimo Barbadillo ha raccontato i suoi ricordi in biancoverde: "Oggi faccio il procuratore di giocatori, prima ho lavorato con l'Udinese, ora ho creato una società con mio figlio e mio genero e ho diversi calciatori anche in A e B, altri fuori Italia. Vivo a Udine, sto bene vivo in una zona tranquilla e non penso di tornare nel mio Paese al momento. Ad Avellino mi sono trovato bene, non sapevo di essere stato venduto all'Udinese, mi era arrivata una proposta dalla Roma, andare a Udine guadagnando lo stesso non mi piaceva, volevo tornare ad Avellino perché io non avevo dato il mio ok alla cessione, al massimo potevano pagarmi di più per trasferirmi con tutta la famiglia. Dopo il Mondiale sono arrivato in Italia ma avevo vinto lo scudetto in Messico, pensavo di andare in una squadra in lotta per la Uefa, quando sono arrivato ad Avellino nell'82 e ho visto che c'era stato il terremoto e che si lottava per la salvezza ho pensato 'dove sono arrivato?'. Poi visto il calore della gente mi sono trovato come in Sudamerica, dove la gente ti accoglie con grande amore e mi sembrava di essere ancora in Perù. Dopo mi hanno cercato Roma, Lazio, ho parlato con Sibilia che aveva venduto Vignola, Tacconi ma non Barbadillo, mi diceva che altrimenti lo avrebbero 'ammazzato'.

Sibilia una volta mi disse che avevo i capelli troppo alti e mi consigliò di andare da 'Sabatino' a tagliarli come gli altri calciatori. Ho un bel ricordo della partita con l'Ascoli, feci due gol nonostante tornavo dalla Nazionale Peruviana ed ero un po' stanco perché mancavano solo due giorni. Poi arrivò quel 4-0 al Milan, arrivarono tanti giocatori bravi, fu costruita una bella squadra, facemmo belle partite contro Juve, Inter, Milan, Verona che poi vinse lo scudetto perdendo la prima volta proprio al Partenio. Tutti i gol fatti con l'Avellino sono importanti per me, ero un giocatore veloce che faceva la differenza in attacco, mi piaceva dribblare e mettere in condizione il compagno di far gol. La partita che ricordo con più affetto è il 4-0 al Milan, mentre vorrei dimenticare il rigore sbagliato contro il Torino, ma per fortuna poi pareggiammo. Sento ancora Di Somma, Colomba, Vullo, De Napoli, Tacconi e diversi compagni ancora. Anni fa ad Avellino portai un colombiano quando era in B, era nazionale Under 20, ora non saprei chi consigliare: se dovesse andare in B o A potrei portare qualcuno, in C è difficile".

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Mer 06 maggio 2020 alle 13:20
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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