Inutile illudersi, a ormai cinque turni dalla fine della regular season. Questo Avellino non sa neanche cosa sia la parola 'continuità', e anche nell'ipotesi di centrare i playoff, dove sarà fondamentale non perdere mai per arrivare fino in fondo, si fa veramente fatica immaginare questa formazione fare un percorso netto e arrivare in B tramite la porta secondaria. Soprattutto viene difficile pensarlo per una squadra attualmente decima, che per l'ennesima volta fallisce l'occasione buona per dare una sterzata al proprio campionato (abbiamo perso il conto per quante volte lo abbiamo detto in questo campionato, salvo poi restare disattesi dal campo) e che ormai possiamo etichettare come incostante per natura.

I presupposti per far bene c'erano tutti: due vittorie consecutive che avevano ridato morale e slancio all'ambiente e ai calciatori, la terza partita di fila al Partenio, la possibilità di chiudere una settimana definita 'della svolta' con 9 punti su 9, e anche un buon primo tempo in cui l'Avellino aveva avuto le occasioni migliori, ma senza riuscire a concretizzarle. E già questo è stato un segnale che qualcosa potesse accadere: quando crei tanto ma non riesci a capitalizzare, l'errore, l'episodio, è sempre dietro l'angolo. E così è stato nel secondo tempo: di certo l'Avellino è calato, cosa che accade ormai da diverso tempo, il Picerno ha indovinato i cambi e si è compattato, risultando impossibile trovare anche quei pochi spazi che si erano trovati nel primo tempo. E così, alla prima occasione pericolosa, con l'Avellino colpevolmente tutto sbilanciato in avanti, il Picerno ha trovato un po' a sorpresa il gol che ha sbloccato la partita, assist proprio di Ceccarelli, buon giocatore messo ai margini troppo frettolosamente dall'Avellino. Per prendere Tounkara? Che anche oggi ha fatto vedere poco o nulla in circa mezz'ora in campo?

I soliti limiti difensivi sono venuti a galla ancora una volta, se non si prende gol per indecisioni dei singoli si prendono perché la squadra è schierata malissimo, come in occasione del gol del Picerno, con Sottini staccato in posizione avanzata, nessuno a coprirlo e in 3 contro 2 il Picerno ha colpito con un'azione magistrale. Il raddoppio è stato l'ennesimo episodio sfortunato di questo campionato biancoverde, con il tiro di Gallo deviato da Sottini (anche se Marcone non è sembrato esente da colpe nel suo movimento anticipato), e anche qui riecco le solite sbavature difensive. In mezzo una squadra che ancora una volta non è riuscita a recuperare da una situazione di svantaggio, che non ha saputo reagire allo schiaffo preso ma anzi si è gettata affannosamente in avanti alla ricerca del gol, in maniera confusa, pensando che come mercoledì scorso la soluzione di passare al 4-2-3-1 con quattro attaccanti davanti bastasse. Ma come diceva qualcuno, non è il numero di attaccanti che rende una squadra più pericolosa, anche perché il gioco dell'Avellino fatto di lanci casuali in area ha sempre trovato l'ottima chiusura della difesa del Picerno, che si è chiuso a riccio respingendo ogni assalto biancoverde. Fino a trovare il gol che ha chiuso la partita tagliando le gambe all'Avellino.

Alla fine è giustamente esplosa la contestazione dei tifosi, che avevano accolto l'appello di Rastelli di giungere in massa al Partenio per sostenere la squadra, senza risparmiare nessuno. Rastelli aveva parlato in conferenza di cali di concentrazione, di mancanza di lucidità, provando a lavorarci in settimana. Tutto inutile, e di certo la squadra non cambierà pelle a un mese dalla fine della stagione. L'Avellino incappa nella tredicesima sconfitta stagionale (troppe), incassa il sesto gol nelle ultime tre partite (tutte al Partenio) e rimane ancora una volta in quel limbo da cui si poteva uscire vincendo oggi. Stavolta senza neanche riuscire a segnare un gol, dopo che se ne erano segnati 7 nelle ultime due.

Inutile illudersi, si diceva, si arriverà dove si riuscirà ad arrivare, probabilmente si giocheranno anche i primi turni di playoff, ma al più presto si dovranno fare i conti con quella che è stata la stagione 2022/23 e cominciare a lavorare sulla prossima, anche perché di lavoro da fare ce ne sarà tanto...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 19 marzo 2023 alle 18:00
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print