Uno, due e tre. Non è il triplice fischio di un Maresca protagonista indiscusso della partita. No. Sono i gol del Cesena che batte l’Avellino e lo fa in grande stile, nel suo stile. Difesa e contropiede, che non è una critica o una vergogna, ma le caratteristiche della formazione di Michele Mignani, bravo a imbrigliare una squadra, quella di Biancolino, che ha tenuto il pallino del gioco in mano senza produrre occasioni importanti e senza mai fare male alla squadra romagnola. E’ chiaro che il passivo è importante, forse anche immeritato per ciò che si è visto in campo, ma la Serie B è questa e va rispettata. Va onorata, va capita. E certo che dopo queste sberle per Biancolino ci sarà da lavorare ulteriormente. Il Pitone ha concesso ai padroni di casa le loro armi migliori, spazi e ripartenze. Loro in questo sono maestri e lo hanno dimostrato con Ciervo e Shpendi a sguazzare negli spazi dell’Avellino.

E’ vero che ogni episodio va a sfavore dei lupi in questo periodo ma è anche vero che l’Avellino dovrebbe portare a sé qualche episodio, insomma, aiutati che Dio t’aiuta si dice e così deve essere in un momento in cui tutto sembra girare male nella fase difensiva biancoverde. Non puoi fare sempre 4 gol a partita e quindi arriva il momento che la perdi. Non puoi però subire 3-4 reti a partita. Spezia, Reggiana e Cesena, 14 reti a referto. Così non si può, proprio no. Capiamo Biancolino quando parla magari di buoni segnali e di buon atteggiamento ma alla fine nella casella reti subite sei la peggiore difesa del torneo. E questo non dovrà accadere perché poi rischi e mica poco. La classifica si assottiglia, è ancora buona per carità, ma non bisogna scherzare col fuoco perché dalla spensieratezza poi si rischia di entrare nel tunnel della tensione e del malessere.

La scelta di schierare Rigione, poi, ci sembra abbastanza azzardata. Lo avremmo detto anche se l’Avellino avesse vinto, pareggiato o perso 1-0. Un giocatore che finalmente è rientrato, dopo tre mesi non può entrare così, quasi a freddo, a rincorrere velocisti come Shpendi e Blesa. Ha di mestiere provato a fare il possibile, nulla contro il difensore, anche sul rigore, che per noi non c’è. Ha tenuto botta come ha potuto, ma esposto a brutte figure. Magari Enrici sarebbe stato più adeguato, chissà.

Onore ai 2101 tifosi irpini al Manuzzi, tanta, tanta roba, a tifare e sostenere fino alla fine, ad applaudire nonostante la sconfitta. Orgoglio di questa provincia. Meno male che c’è la sosta, poi si torna al Partenio contro l’Empoli per ritornare a vincere e fare punti preziosi in ottica salvezza. Bisognerà trovare l’equilibrio in campo, ancora non trovato, lo stesso equilibrio che si dovrà mantenere nell’ambiente e nella piazza per un Avellino altalenante.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 09 novembre 2025 alle 18:13
Autore: Redazione Avellino
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