Continuità, questa sconosciuta. Se proprio alla vigilia di questa partita avevamo auspicato di vedere un Avellino più costante, che scendesse dalle "montagne russe" dei risultati, a Bari si è vissuta forse la massima espressione di questo andamento altalenante della squadra in campionato. Un'altalena non solo di risultati, ma adesso anche di prestazioni. Il 4-1 di Bari non solo è uno dei passivi più pesanti che si ricordi in assoluto negli ultimi anni, ma anche la prima bocciatura del nuovo 4-4-2. Modulo che stava convincendo, anche nelle sconfitte, vedi il 2-1 subito al 90' dalla Ternana, aveva convinto e sembrava aver regalato all'Avellino nuove certezze e nuova solidità. Certezze che si sono sgretolate al San Nicola dopo appena 26 minuti. Chiariamo però, non è stato il modulo in sé ad aver fallito, non sono state neanche le scelte di Braglia: la roboante sconfitta è arrivata oggi soltanto per errore dei singoli. Più che sconfitta del modulo, quindi, si dovrebbe parlare di sconfitta nella testa dei calciatori. 

Nessuno, a parte Bernardotto e Maniero entrati nella ripresa con ben altro spirito, si salva da questo naufragio, neanche chi finora aveva offerto una certa garanzia di prestazioni e impegno come D'Angelo, Aloi, Tito, Fella,... L'intera squadra ha perso la testa dopo 10 minuti e ha imbarcato tre gol, uno più evitabile dell'altro, in un quarto d'ora. Aloi si fa scippare un pallone in area con un'ingenuità disarmante (anche se onestamente non sarebbe stato scandaloso fischiare fallo in quella occasione), va peggio a Luigi Silvestri che sbaglia il primo intervento e di testa appoggia agli avversari la palla del raddoppio. Infine furbo Marras a procurarsi il rigore del 3-0, anche se a riveder bene il replay l'attaccante comincia il "volo" ancor prima del contatto con Forte, trascinando la gamba con mestiere verso il portiere in uscita che non poteva certo evitare il contatto. In questa occasione nove volte su dieci l'attaccante salta il portiere in uscita, "bravo" invece Marras a ingannare l'arbitro con un movimento che sembrava naturale, ma ancora una volta sbagliata l'uscita della palla da parte della difesa che ha beccato un contropiede due contro uno. Il quarto gol arriva ancora su una dormita della difesa, non esente da colpe neanche Forte che salta in maniera scomposta facendosi passare la palla sotto le gambe, ma di più non poteva fare per provare a chiudere lo specchio.

In un tempo praticamente il Bari porta a casa la partita e nella ripresa deve solo limitarsi a controllare, con la reazione dell'Avellino che tarda ad arrivare. Ci sarà solo negli ultimi dieci minuti, quando ormai il Bari è con la testa già negli spogliatoi e quando Bernardotto e Maniero, come si diceva, hanno quantomeno provato a rendere meno amara questa domenica. Tutti i progressi, i segnali di crescita, le cose buone che si erano viste nelle ultime partite sono state spazzate via in 45 minuti. Si parlava di un Avellino finalmente reattivo e aggressivo dopo la figuraccia di Francavilla, di uno schieramento più solido, di una rosa nuovamente al completo che permetteva al tecnico maggiore scelta, di un atteggiamento perfetto fuori casa dove la squadra aveva conquistato la maggior parte dei punti. E invece a Bari si è fatta una figuraccia ben peggiore di quella di Francavilla, facendo vergognare tifosi, squadra, tecnico e dirigenza, che ha preferito anche saltare le interviste con la Rai, che ha offerto la diretta in chiaro del match, per la rabbia del risultato.

E' una partita che ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, tutte le lacune di questa squadra: ovvero difesa e centrocampo. Ma soprattutto difesa, che continua a commettere ingenuità clamorose, che incassa troppi gol (19 con oggi in 15 partite), e sulla quale si dovrà intervenire in sede di mercato. Lo aveva preannunciato D'Agostino, lo ha confermato Braglia in sede di commento post partita. L'Avellino al momento è questo, una squadra da quinto/sesto posto, che se rinforzato potrà puntare al terzo/quarto piazzamento. Ma pensare in questo momento di poter impensierire Ternana o Bari, appare davvero presuntuoso, soprattutto alla luce di alcune prestazioni che non possono far pensare a questa squadra come a un gruppo esperto e maturo per ambire al salto di categoria. Ma come diciamo sempre, ai playoff si arriverà, e lì poi sarà tutta una roulette.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 dicembre 2020 alle 18:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
vedi letture
Print