Non è voler salire sul carro dei vincitori, ma che Capuano avesse potuto salvare questo Avellino ci credevamo per davvero. Perché Eziolino si gasa in situazioni del genere, trasforma in oro quello che tocca, come un moderno Re Mida. Non ce ne voglia Giovanni Ignoffo, a cui va dato il merito di aver accettato per primo di guidare una squadra incompleta e incompiuta a causa delle vicissitudini economico-giudiziarie della Sidigas, ma se l'Avellino avesse puntato su Capuano già in estate, come avevamo scritto già a giugno (leggi qui), invece di far vincere il fronte dell'odio per un episodio che risaliva a 13 anni prima, a quest'ora, magari, avremmo archiviato l'obiettivo salvezza per puntare esclusivamente a una qualificazione playoff, insperata.

Il tecnico di Pescopagano ha saputo tirare fuori il massimo da ognuno dei suoi calciatori. E così Njie e Illanes, arruffoni e sbadati, si sono trasformati in difensori arcigni e insuperabili. Di Paolantonio ha ripreso tra le mani le redini del centrocampo e nel 3-4-3 ha lo spazio per pennellare cross e parabole vincenti. C'è Parisi, in una fase di crescita esponenziale, finito non a caso nel mirino di club di Serie B e Serie A; Silvestri, che Capuano ha paragonato a Modric, da debuttante in Lega Pro sta scalando le gerarchie meritando il posto da titolare. E in attacco, per la prima volta senza Charpentier, s'è visto finalmente il vero Alfageme: non più quello svogliato e nervoso, ma uomo squadra e riferimento principale nel tridente offensivo. 

Un mese fa, l'Avellino perdeva a Caserta e incassava la quarta sconfitta consecutiva, a causa della peggiore prestazione stagionale disputata. Un mese dopo ha agguantato il nono posto in classifica, in piena zona play off, chiudendo virtualmente il discorso salvezza visti i nove punti di vantaggio sul Picerno quintultimo. Rieti, Viterbese, Sicula Leonzio e Monopoli, prima del fischio d'inizio vice-capolista del girone, sono state messe in riga dal cambio di modulo e dalla scossa psicologica data anche dal confronto semplice semplice vinto contro il Rieti, che ha dato il là alla risalita in classifica. Le successive prove del nove, l'Avellino le ha affrontate e vinte da grande squadra. 

A rassenerare gli animi ha contribuito anche la cessione societaria, la fiducia rinnovata in Salvatore Di Somma, che ha costruito la squadra affidandola a Capuano (seppure in ritardo), che sta, a sua volta, ripetendo il miracolo compiuto a Rieti l'anno scorso. Ora bisogna chiudere il 2019 con il sorriso, riscattando a Catania la pesante sconfitta incassata all'esordio. Quel 3-6 al Partenio-Lombardi è un ricordo ancora vivo, che va cancellato restituendo lo smacco, considerate anche le difficoltà della squadra di Lucarelli. E per la prima volta, l'Avellino si presenterà al Massimino da favorita: beh, mica male. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 15 dicembre 2019 alle 22:21
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
vedi letture
Print