L'Avellino del futuro è un salto all'indietro nel recente passato.

Luigi Izzo voleva fare le scarpe a Nicola Circelli ma è rimasto spiazzato dal colpo di teatro dell'acerrimo nemico, che a sua volta lo ha messo spalle al muro costringendolo a farsi da parte assieme agli amici soci Autorino e De Lucia. 

In teoria mancherebbe ancora la comunicazione ufficiale dell'amministratore Circelli, come spiegato da De Lucia, il quale si è detto pronto a onorare gli impegni economici (rata Sidigas, stipendi ai tesserati...) al contrario di quanto fatto credere da Izzo, ieri sera, a Napoli (il presidente non aveva risposto alle domande dei giornalisti sulle imminenti scadenze, rimettendosi al volere del suo legale). 

Insomma, nell'Avellino ci sono due proprietà.

Una messa alla porta, privata del direttore generale Martone, colui il quale aveva formato la cordata deflagrata in due mesi, che non può operare senza il consenso di Circelli, a sua volta più che mai attivo nel costituire una compagine societaria e dirigenziale solida con l'innesto di almeno un paio di soci non irpini e il ritorno di Salvatore Di Somma nelle vesti di direttore sportivo

Conseguenzialmente un altro pezzo della galassia Izzo farà le valigie a breve: Carlo Musa.

L'attuale diesse non ha altra scelta che limitare la sua operatività agendo all'ombra del più esperto Di Somma. Se non volesse farlo, come gli ha spiegato già Di Somma (la sua è stata una stilettata sottile, ma efficace), può farsi da parte come l'ex capitano ha fatto il 23 dicembre, quando si è insediata la nuova proprietà con Martone padrone assoluto dell'area tecnica

L'arrivo al Partenio-Lombardi di Di Somma, accompagnato da due persone legate all'area Sidigas (Colarusso e Meo), lascia presagire un salto indietro e una sorta di controllo esercitato dall’azienda di Gianandrea De Cesare attraverso Claudio Mauriello, tra l’altro inibito per inadempienze amministrative, ma pronto ad assumere le redini della proprietà, magari tornando al ruolo di presidente. A questo punto il diritto di recompra potrà diventare realtà appena sarà possibile come d'accordi presi con la (quasi) defunta IDC

C’è poi da capire come evolverà il rapporto tra Di Somma e Capuano. Non è un mistero, ma è un dato di fatto come scrivemmo il primo febbraio al termine del calciomercato, che l’allenatore abbia bocciato metà mercato estivo condotto da Di Somma. Ha messo alla porta Abibi e Petrucci, ha richiesto rinforzi nei ruoli rimasti scoperti (portiere, difensore piede sinistro, esterno destro di centrocampo, mediano e un attaccante), e ha arretrato nelle gerarchie i vari Tonti, Rossetti, Alfageme e pure Albadoro, escludendo Karic e Njie, oltre a Palmisano. Se le dinamiche di mercato lo avessero consentito, tutti loro non avrebbero più fatto parte dell'Avellino.

Ma soprattutto Di Somma, e neppure questo è un mistero, prese male la permanenza in panchina di Capuano, da lui chiamato al posto di Ignoffo. Nel momento in cui il diesse si dimise a fine dicembre, si aspettava che l’allenatore facesse lo stesso, come forma di solidarietà, anziché firmare il rinnovo del contratto per due anni con opzione.

E le parole di Circelli, nel corso della conferenza stampa, fanno riflettere. L’amministratore non si aspettava di dover firmare il prolungamento dell’accordo con Capuano (testuali parole: "Siamo arrivati al giorno della firma del contratto di Capuano, che io non ho condiviso. Me lo sono ritrovato in ufficio, a Izzo ho detto prenditi gli impegni e firma il contratto. Ci fu un battibecco, Capuano iniziò a chiedere spiegazioni, io lo rassicurai e gli dissi che sicuramente l'avremmo depositato").

Lo ha detto lui, video canta. A questo punto non si esclude la rivoluzione totale. Chi vivrà vedrà.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 febbraio 2020 alle 20:14
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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