Poco e niente da salvare di questo Avellino, uscito con le ossa rotte da Picerno, in uno scontro salvezza, come lo aveva chiamato Rastelli, che ha premiato i lucani. Pessimo Avellino, non per la voglia e la determinazione, quella almeno c'è stata. Ma a livello tecnico e di idee, è una squadra che in questo momento ha davvero poco da offrire. Il sussulto d'orgoglio con l'arrivo di Rastelli si è già affievolito. I limiti tecnici della rosa, si vedono tutti. Una squadra che subisce la seconda sconfitta di fila quando si sperava, dopo i pareggi di Foggia e con il Catanzaro, si potesse puntare ad altro e invertire la rotta. 
La realtà è tutt'altro, si è tornati a quella sera di Viterbo, o alla gara con la Fidelis Andria. Poco o nulla di buono. L'Avellino è quart'ultimo, con soli 13 punti e una media da zona retrocessione, a 2 punti dall'ultimo posto. Per una squadra, ricordiamo, costruita con un budget illimitato, costruita per obiettivi di vertice, almeno stando alle parole del presidente, nelle varie conferenze stampa. Gli errori clamorosi fatti, dunque, sono evidentissimi da parte dell'area tecnica. Taurino ha pagato con l'esonero, ora anche Rastelli fatica con una rosa con enormi limiti. Ergo, la colpa, non era dell'allenatore, ma questo, se vogliamo, si sapeva. Una squadra con enormi difficoltà, che si ritrova a lottare per non retrocedere, con il record minimo di punti fatti in Serie C nella sua storia, dimostra che chi ha costruito questa squadra, ha responsabilità enormi. 
C'è poco da aggiungere, qualcuno dovrà prendersi le proprie responsabilità e almeno chiedere scusa alla piazza, cercando, a gennaio, di salvare il salvabile. Ma sarà un mesetto lungo e difficile, quello che attende i lupi, in caduta libera.  
Vero, la classifica è cortissima, ma i numeri non mentono mai. L'Avellino in questo momento, è in grande ed evidente difficoltà. Rastelli lo aveva fatto capire ieri, nella conferenza stampa prima della gara con il Picerno, che sarebbero stati mesi duri. C'è da rimboccarsi le maniche, parlare poco, e pedalare, accettando anche contestazioni e l'ira dei tifosi. 
In questo momento, vedere l'Avellino in quella posizione, è assolutamente indegno, per la storia e il blasone del club e in particolare per le promesse fatte nelle varie conferenze stampa dalla proprietà. 
Ma è il momento di restare uniti, compattarsi e pensare a una gara per volta, per arrivare poi a gennaio, dove ci sarà bisogno di una svolta, soprattutto dal punto di vista del mercato. 
 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 novembre 2022 alle 18:00
Autore: Marco Costanza
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