E’ stato un 2020 intenso per l’Avellino, iniziato male, migliorato in Primavera con l’insediamento di Angelo D’Agostino, poi condizionato dall’emergenza Covid e concluso con un prezioso terzo posto in classifica, che serva da punto di partenza per successi futuri.

Ci vorrebbero almeno tre editoriali per riassumere l’anno solare, proveremo a farlo con un solo lungo resoconto, che inizia con l’addio di Salvatore Di Somma e il ritorno di Carlo Musa, datato 5 gennaio. Il giovane direttore sportivo, chiamato dal direttore generale Aniello Martone, uomo di fiducia del presidente Luigi Izzo, già in rotta di collisione a inizio anno con l’amministratore Nicola Circelli, in una faida durata un paio di mesi che si concluderà soltanto a fine febbraio.

Sul campo l’Avellino verrà stoppato dalla Vibonese nel primo atto del 2020: Parisi pareggerà il vantaggio di Petermann al Partenio-Lombardi, mentre sei giorni dopo, il 19 gennaio, i biancoverdi verranno beffati al 90’ dal gol di Bombagi, perdendo a Teramo la prima gara dopo due mesi di imbattibilità (4 vittorie e 1 pareggio). Intanto impazza il calcio mercato e con esso le polemiche. L’Avellino mette sotto contratto il portiere Dini, prelevato in prestito dal Trapani, il difensore Bertolo, preso dal Picerno e il centrocampista-meteora argentino Tomas Federico, blindato addirittura con un biennale con opzione per il rinnovo grazie a un’operazione semi-segreta messa in atto dalla Innovation Football, socia dell’U.S. Avellino al 25%. L’affare sarà la goccia che farà traboccare il vaso, con Izzo e Circelli che inizieranno a promettersele a suon di comunicati stampa. L’imprenditore di Montesarchio proverà la scalata all’U.S. Avellino, ricevendo una risposta negativa dal rivale di San Bartolomeo in Galdo. Intanto la squadra perde pure a Catania per 3-1, Capuano invoca rinforzi che non arriveranno prima dell’ultimo giorno di mercato. Circelli mette Martone alla porta, le ultime operazioni verranno condotte esclusivamente da Musa che porterà in biancoverde i vari Izzillo, Garofalo, Rizzo, Sandomenico, Ferretti e Pozzebon e piazzerà altrove Abibi, Pizzella, Pone, Petrucci, Carbonelli e Falco.

A fine gennaio Izzo si dice prossimo all’acquisizione del 100% delle quote con il coinvolgimento di forze imprenditoriali irpine. Inizia a circolare il nome di Angelo D’Agostino, ma Nicola Circelli non molla l’osso. Il 2 febbraio l’Avellino pareggia 1-1 a Bisceglie, una settimana dopo impatterà con lo stesso risultato sul campo della Virtus Francavilla, recuperando lo svantaggio al 49’ con Di Paolantonio.

Nel pieno del caos societario, l’11 febbraio fa ritorno in città Salvatore Di Somma. E’ la spallata di Circelli a Izzo: Musa si dimetterà qualche ora dopo, Martone – mai ufficializzato – lascerà Avellino di conseguenza. Ma il fronte Izzo non molla, pur senza contribuire al pagamento degli stipendi effettuato da Circelli e dalla Innovation Football: l’Avellino è salvo, ma così non può andare avanti. La Curva Sud protesta e diserta gli spalti del Partenio-Lombardi, la squadra risente della tensione e non va oltre uno striminzito e brutto 0-0 interno con la Cavese.

La svolta arriva il 22 febbraio, quando Angelo D’Agostino rivela di essere pronto a liquidare Circelli, Izzo e gli altri soci e ad assumere il comando della società. L’Avellino espugna il campo del Rende con un gol di Garofalo e ottiene la prima vittoria del 2020, ripetendosi il 26 febbraio con l’1-0 alla Paganese firmato Albadoro. Nel pomeriggio Izzo viene attaccato da alcuni tifosi nell’atrio del comune, dopo un incontro tenuto con il Sindaco, Gianluca Festa. E’ l’ultimo atto della querelle.

Il 28 febbraio, Angelo D’Agostino diventa proprietario del club al 90% (successivamente acquisterà l’altro 10%). Salvatore Di Somma e Ezio Capuano vengono confermati fino al termine del campionato. Intanto comincia a imperversare il Covid-19, l’Avellino perde 2-1 a Bari nel primo giorno da presidente dell’imprenditore di Montefalcione e l’8 marzo, in uno stadio deserto per via dell’emergenza sanitaria, i biancoverdi ottengono l’ultimo prezioso successo in campionato, battendo 2-0 la Ternana con un gol di Albadoro e un rigore di Di Paolantonio. Quindi, il 10 marzo, la Figc ferma tutti i campionati. Il Covid-19 si impossessa dello sport e dell’intero Paese. Si riprenderà a giocare soltanto il primo luglio.

L’Avellino, grazie al guizzo contro la Ternana, affrontano proprio gli umbri al primo turno dei playoff promozione. I biancoverdi, posizionati peggio rispetto all’avversario, devono assolutamente vincere, ma non vanno oltre un incolore 0-0. Il pareggio segna la fine dell’esperienza di Ezio Capuano sulla panchina dell’Avellino: una settimana dopo arriva l’esonero, il tecnico di Pescopagano si dirà tradito dall’ex amico Di Somma, che porterà ad Avellino, Piero Braglia, ufficializzato il 13 luglio.

Inizia il mercato estivo, ma quello dei lupi procederà a passo lentissimo. C’è da ricostruire l’intera rosa, gli unici riconfermati sono Laezza – che si infortunerà gravemente a un ginocchio durante l’amichevole con la Cavese – e Marco Silvestri. I primi rinforzi sono il portiere Forte e il difensore Rocchi, poi arriveranno tutti gli altri, da Miceli ad Aloi, da Bernardotto a Santaniello, passando per Ciancio, Pane, Dossena, Rizzo, D’Angelo, Bruzzo, De Francesco, Nikolic, Luigi Silvestri, Tito, Adamo e il colpo di mercato Riccardo Maniero.

Con una rosa ancora incompleta, l’Avellino perde 2-1 a Meda contro il Renate e saluta subito la Coppa Italia. L’esordio in campionato è fissato per il 27 settembre, ma un nubifragio si abbatte sulla città e interrompe dopo 10’ il derby casalingo con la Turris. L’Avellino si presenta a Viterbo e vince all’ultimo assalto con un colpo di testa di Sonny D’Angelo, protagonista pure a Palermo nel 2-0 ai rosanero firmato dal centrocampista e da Fella, arrivato assieme a Errico nell’ultimo giorno di mercato.

Il primo vero incontro casalingo della stagione è contro la Juve Stabia: il derby termina 0-0. Poi altre due vittorie in tre giorni: a Foggia (1-2) e contro la Casertana (3-1). L’Avellino vola subito in alta classifica, ma dopo il 2-2 con la Turris subito in rimonta e il turno di riposo per il forfait del Trapani, iniziano i primi scricchiolii: i lupi perdono in casa (1-3) contro il Catanzaro, poi pareggiano 1-1 a Pagani, e con una rosa falcidiata dalle assenze per Covid, devono arrendersi al Catania, che passa al Partenio-Lombardi. La Lega Pro impone un tour de force assurdo: 8 gare in 25 giorni. L’Avellino si rialza sul campo dell’ex Capuano, battuto da un’inzuccata di Maniero, ma ricade in casa della Virtus Francavilla, che si impone senza problemi per 1-0.

Il riscatto avviene nel recupero con il Bisceglie superato per 4-2 con un super Fella, ma l’assalto alla capolista Ternana va a vuoto: a decidere l’incontro (1-2) è un gol dell’ex Laverone al 90’. Quindi il roboante 4-0 al Monopoli, che viene annullato dal devastante 4-1 subito dal Bari. Nell’ultimo atto del 2020, l’Avellino la spunta sulla Vibonese soltanto grazie a un’autorete di Vitiello, subendo il forcing dei calabresi, fino al 96’.

Il successo di misura vale il terzo posto in classifica, obiettivo in linea con quello prefissato a inizio stagione (attestarsi nelle prime cinque posizioni). E’ un punto di ripartenza e non di arrivo per la squadra irpina, che dal mercato dovrà trovare nuove energie per confermare la posizione e tentare di avvicinarsi alle corazzate Ternana e Bari.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 dicembre 2020 alle 09:00
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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