Contava solo vincere, non c'era altro risultato dopo la brutta prestazione di Crotone e in vista di due trasferte difficili, contro Viterbese e Monopoli, con l'Avellino che fuori casa ha finora collezionato zero punti. E invece la squadra di Taurino, in vantaggio di un gol e di un uomo, è riuscita a farsi pareggiare a due minuti dal termine, quando ormai neanche l'assalto finale è riuscito a riportare avanti i biancoverdi. Poi possiamo discutere del maggior numero di occasioni create dall'Avellino, dell'atteggiamento in campo della squadra, delle scelte del tecnico, degli errori difensivi, tutto inutile quando non si fa risultato. E l'1-1 casalingo contro un modesto Cerignola è qualcosa di vergognoso. Quasi profetica la contestazione della Curva nel prepartita, all'esterno del Partenio-Lombardi: esponendo uno striscione "Incompetenti" come programmato e come preannunciato dal comunicato di venerdì, la Curva ha voluto manifestare tutta la propria insoddisfazione per la gestione della squadra nell'ultimo periodo, dall'allestimento della rosa (insoddisfazione già espressa con vari striscioni a inizio stagione), al caso gagliardetto, dai risultati in campo alla comunicazione del club. Tutto passato sotto la pesante contestazione della Curva che non ha risparmiato nessuno, a livello societario, e contestazione che è ovviamente proseguita a fine partita, dopo l'ennesimo risultato deludente, investendo naturalmente anche la squadra.

Eppure stavolta sembrava che la vittoria fosse davvero alla portata, con l'Avellino in vantaggio, in controllo e in 11 contro 10 a pochi minuti dal termine. Poi, un'ingenuità difensiva, l'ennesima, ha regalato il pari al Cerignola. Concorso di colpe tra Moretti, Ricciardi e Marcone, una combinazione di episodi degni della jella più nera, ma che in una partita possono accadere. Il problema, però, è stato non chiuderla prima. Un errore, una svista, un gol avversario può sempre capitare in un finale concitato, e già si stavano avendo delle avvisaglie con il Cerignola che alla disperata nei minuti finali si stava gettando in avanti. In questi casi, se non chiudi il match, puoi rischiare la frittata e così è stato. Anche oggi l'Avellino ha denotato e amplificato il suo problema più grande, quello del gol. Una partita giocata sicuramente meglio dall'Avellino, che ha condotto il pallino del gioco e si è fatto preferire per giocate e controllo della gara, ma che l'ha sbloccata solo su calcio di rigore. Senza quell'episodio, probabilmente sarebbe rimasto addirittura a bocca asciutta.

Un problema grave, quello della mancanza del gol, che rischia di trasformare l'intera stagione in un'agonia. Trotta si è sbloccato, anche se solo dagli undici metri. Ha lottato, ha fatto salire la squadra, ci ha messo il fisico ma le occasioni da rete, sue e degli altri attaccanti, anche oggi si sono contate sulle dita di una mano. E ancor più grave, non sono state sfruttate. Una squadra che gioca e produce ma non realizza è una squadra monca, che spreca una gran quantità di energie, e magari neanche arriva a centrare il risultato. Una fatica incredibile trovare la via della rete, giunta solo grazie al penalty, e poco più, se si esclude il colpo del ko fallito ida Ceccarelli davanti al portiere e il colpo di testa alto di Casarini in pieno recupero. Non si tratta del numero di attaccanti in campo, come diceva anche Taurino, non si tratta dell'atteggiamento, quello che auspicavamo di vedere dopo Crotone e che abbiamo anche visto; si tratta della capacità di segnare e di trasformare in gol le occasioni create. Guardate Malcore, che alla prima vera palla gol in mezzo a due avversari si gira e fa passare la palla sotto la pancia di Marcone: al suo quinto gol stagionale si è comportato da vero bomber, capace di capitalizzare l'unica vera palla gol. Cosa che all'Avellino non riesce neanche arrivando in area davanti al portiere.

Difficile trovare delle risposte in questo momento, la squadra non avrebbe neanche meritato di non vincere ma quello che conta sono i risultati, e dopo 8 giornate vediamo un Avellino tristemente fermo a 8 punti, al 14esimo posto, a +2 sulla zona playout e -3 proprio dal Cerignola, in zona playoff. Ha ragione Taurino, manca la cattiveria davanti la porta, manca il cinismo in area di rigore, manca un uomo capace di tramutare la mole di gioco costruita dalla squadra in gol. Russo e Ceccarelli sono esterni, non certo bomber, Murano oramai è stato destinato al ruolo di esterno d'attacco, partendo dalla panchina, Gambale è giovane e nei pochi minuti avuti a disposizione fin qui non ha potuto mostrare chissà cosa. Di Gaudio e Kanoute, beh lasciamo perdere. Qualche giorno fa Luiso ha detto che Trotta non è una prima punta, che solo nell'anno fortunato in Irpinia ha superato le 10 reti. E allora chi sarebbe il bomber dell'Avellino? Chi sarebbe la prima punta che deve assicurare i gol vittoria? Perché oggi, a ben guardare, è mancato proprio quello, tutto il resto ci può stare, compreso il gol nel finale del Cerignola. Ma a quel punto l'Avellino doveva trovarsi già in vantaggio di 2-3 gol. Non uno preso per i capelli su rigore anche contestato. Chiaro ha pesato anche l'ennesima ingenuità difensiva, perché se l'attacco non segna è anche vero che la difesa non offre tutte queste garanzie: solo con Gelbison e Potenza l'Avellino non è stata infilata.

Taurino ora rischia, è normale sia così quando una squadra delude e non vince, soprattutto una squadra che non è da ultimi posti che non si esprime come dovrebbe, ma a sua discolpa dobbiamo anche dire che se gli manca un bomber non può entrare lui a segnare. Con questo non vogliamo prendere le difese dell'allenatore, che pure avrà le sue colpe se la squadra non raggiunge i risultati attesi, anzi probabilmente con altre idee di gioco, con altri sistemi la squadra potrebbe sbloccarsi e portare più facilmente uomini in zona gol. Succede spesso che il cambio di guida tecnica porti un reale vantaggio, basti guardare per esempio al caso Monza, giusto per restare sull'attualità. Non sappiamo cosa deciderà la dirigenza, non sappiamo se ci saranno clamorose svolte nelle prossime ore, ma il calendario potrebbe forse salvare Taurino: martedì si gioca subito nel turno infrasettimanale, forse sarà quella, davvero l'ultima spiaggia oltre la quale non si potranno tollerare ulteriori passi falsi.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 15 ottobre 2022 alle 20:20
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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