Il saluto di Santiago Morero non è di quelli che possono passare inosservati. Morero è rimasto ad Avellino solo tre stagioni, i calciatori vanno e vengono e sono transitati dall'Irpinia giocatori che si sono fermati anche più di tre anni, ma senza lasciare un segno tanto indelebile nella tifoseria irpina. Morero invece, resterà tra i capitani più apprezzati dai tifosi biancoverdi, seppur abbia indossato la fascia per una stagione e mezzo (nell'ultima un po' per l'alternanza tra campo e panchina, un po' per il Covid non si può contare come una stagione completa) grazie soprattutto a una scelta, operata nell'estate del 2018, quando l'Avellino di Taccone non si è iscritto alla serie B ed è ripartito dalla D. Nessuno è rimasto in squadra, neanche le bandiere D'Angelo e Castaldo. E' rimasto Morero, fino a quel momento indietro nelle gerarchie dell'allenatore e nelle preferenze dei tifosi, anzi bersagliato in qualche partita per qualche intervento non perfetto in chiusura, sicuramente non tra i più amati. Ma ha operato una scelta di cuore, ha deciso di sposare il progetto biancoverde nonostante si ripartisse dai dilettanti, nonostante le due categorie di differenza e una società tutta nuova.

E' lì che i tifosi hanno scoperto il Morero uomo, prima che il calciatore: una frase spesso abusata ma che nel calcio fa realmente la differenza. Le sue parole d'amore per la piazza, sincere, l'attaccamento alla terra e la grinta sempre messa in campo lo hanno trasformato in poco tempo da "uno tra tanti" a beniamino della tifoseria. Determinante nella scalata dalla D alla C, nella vittoria dello scudetto Dilettanti, meno fortunato nell'ultima stagione, quando la fascia è finita spesso sul braccio di Di Paolantonio. La sua non riconferma è anche un simbolo della volontà di D'Agostino di voltare pagina, di rifondare l'Avellino affidandosi ad altri calciatori. Ma Morero, con la solita classe cui ci ha abituati ultimamente, non si è lasciato prendere dalla rabbia o dalla frustrazione per la non riconferma, anzi sui social ha ringraziato per questi tre anni insieme e salutato tutti i tifosi del Lupo. Immediate le testimonianze d'affetto per lui sui social, sia da parte di addetti ai lavori (come Carlo Musa) sia da parte di tutti i tifosi che hanno imparato ad amarlo negli ultimi anni.

Morero non ha giocato una vita nell'Avellino, non ha vinto battaglie epiche o scritte pagine memorabili, ma resterà sempre un Lupo vero, e tanto basta per la memoria del popolo biancoverde.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 20 luglio 2020 alle 15:25
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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