E' finita. E' finita come peggio non poteva, come forse qualche tifoso aveva temuto, ma sicuramente non immaginato. Difficile immaginare un Avellino eliminato al suo primo turno di playoff, in casa, con due risultati su tre a disposizione, soprattutto dopo il gol del vantaggio di Bove che sembrava aver spalancato la strada alla qualificazione. Lì forse l'Avellino è salito sul piedistallo, si è seduto, si è permesso il lusso di sbagliare gol davanti la porta vuota, mentre il Foggia operaio è salito di livello, ci ha messo coraggio e voglia, e con un po' di fortuna ha ribaltato il risultato. Da una parte la crescita esponenziale del Satanelli, che ha rappresentato in 90 minuti la stessa rinascita avuta in campionato; dall'altra la caduta progressiva dell'Avellino, così come successo in campionato. Una copia di Foggia-Avellino di dieci giorni fa, che manda in paradiso i diavoli foggiani e all'inferno i Lupi irpini, oggi lupi solo per una mezz'ora scarsa.

Ora Gautieri si chieda come mai i tifosi non ci credevano: non sono bastati infiniti striscioni di sprone nel corso della settimana, non sono bastate le critiche, arrivate sicuramente per amore e per cercare di svegliare una squadra apparsa troppo fragile nelle ultime settimane, non è bastato uno stadio sold out, che di recente non si era mai visto ad Avellino. La peggiore figuraccia dell'anno è servita, e forse non è neanche così sorprendente. Una partita specchio di un'intera stagione: il problema cronico nel trovare il gol si è palesato in tutta la sua grandezza anche questa sera. Murano, preso per dare una mano a Maniero a gennaio, si è divorato un gol praticamente fatto a pochi minuti dall'inizio sparando addosso al portiere, e ne ha sbagliato uno incredibile, a porta praticamente vuota, nella ripresa colpendo il palo con la deviazione dei piedi di un difensore. Errori che poi pesano nell'economia di una partita e sul morale della squadra, perché il Foggia, più cinico, ha fatto due tiri in porta e due gol. Non si ricordano parate particolari di Forte, a parte interventi di ordinaria amministrazione. Il gol lo ha segnato un difensore: Maniero era appena rientrato e si è visto, Murano si è mosso bene ma ha sbagliato tutto quello che si era costruito, Plescia solito corpo estraneo, Kanoute solita spina nel fianco ma non è il bomber che manca all'Avellino; Di Gaudio entrato troppo tardi. 

Difficile immaginare questa squadra fare un cammino più lungo nei playoff; sì oggi avrebbe potuto passare il turno, se Bove non avesse servito sui piedi di Nicolao la palla dell'1-2 forse sarebbe finita pari, se Murano ne avesse segnato almeno uno, se se se... Con i 'se' non si va da nessuna parte, la verità è che questa è una squadra incompleta, dotata di buone individualità ma evidentemente incompleta, che molto probabilmente non avrebbe comunque potuto competere con le corazzate degli altri gironi. Una squadra che è partita anche bene, ha fatto la partita che doveva fare, ma poi sono emerse tutte le lacune in fase offensiva e purtroppo mentali, con il gruppo che si è sgretolato alle prime difficoltà.

E da domani si volta pagina: via i tanti errori commessi in queste due sessioni di calciomercato, l'autore di tanti errori (perché via D'Angelo? Perché mandare via Santaniello per prendere Plescia? Perché prendere Gautieri autore del 4-3-3 per fargli fare il 3-5-2?...) ha già pagato qualche mese fa, ma ora è tempo di repulisti, come ha detto lo stesso presidente qualche giorno fa. Scelte avallate da una società che ha forse pagato lo 'scotto' dell'inesperienza e di essersi fidati troppo dei consigli ricevuti, spendendo anche tanti soldi in malo modo. La squadra sarà molto probabilmente rifondata, lo si è fatto (sbagliando a mio avviso) la scorsa estate con un gruppo arrivato terzo a pari punti con il Catanzaro e in semifinale playoff che andava solo puntellato, lo si farà a maggior ragione quest'anno dopo il quarto posto e l'uscita di scena al secondo turno playoff. Via Gautieri, ma questo era già scontato dal suo contratto, valido fino a giugno e con opzione di rinnovo solo in caso di promozione o finale playoff. Arriverà Rastelli? Chissà, quale amo è stato lanciato nell'ultimo periodo, l'arrivo di De Vito è un altro segnale, ma ora dipenderà dalle intenzioni di D'Agostino. Ma soprattutto via tanti calciatori dei quali si fatica a individuare il ruolo in squadra: Scognamiglio, Mignanelli, Mastalli, De Francesco, Murano, Plescia...

Una stagione peggiorativa, e non migliorativa, rispetto alla passata, ed è giusto ora invertire la rotta. Le speranze sono tutte riposte ora nel direttore De Vito, che in passato ha regalato tante operazioni fiore all'occhiello per la società, ma che da domani sentirà ancor più la pressione della piazza addosso per poter disputare, il prossimo anno, una stagione finalmente da protagonisti. Finora il ds avellinese ha potuto solo osservare e fare da collante per la squadra, da domani comincerà a lavorare concretamente sulla rosa 2022/23. A partire dalla scelta dell'allenatore. Il colpo d'occhio del Partenio, come non si vedeva da anni, è un segnale che la società non deve sottovalutare, ma D'Agostino questo lo sa bene: ad Avellino cova sotto la cenere una passione e una voglia di calcio che è pronta ad esplodere. Va solo accesa la miccia. Quella di stasera è stata spenta dopo 74 minuti. Dal prossimo anno si dovrà tprovare a enere accesa la fiamma della passione dalla prima all'ultima giornata.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 04 maggio 2022 alle 23:20
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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