A caldo la delusione è tanta, tantissima. Condita anche da un po' di rabbia. Perché sembrava che l'ostacolo più grande, in quest'ultima giornata di campionato, fossero i risultati dagli altri campi. Sembrava scontato che l'Avellino facesse tre punti a Padova e che ci si dovesse preoccupare solo di una serie di incastri dagli altri campi, che avrebbero dovuto favorito l'Avellino. Una sorta di miracolo che avrebbe dovuto accompagnare la vittoria dei Lupi e strizzare per una volta l'occhio alla squadra irpina dopo tante gare sfortunate. Accade invece che il "miracolo" accade sì, ma l'Avellino non sa approfittarne, perché fallisce quello che sarebbe dovuto essere il suo dovere primario, ovvero battere il Padova. Anzi la squadra di Rastelli è riuscita addirittura a perdere contro un Padova già retrocesso e contestato dai propri tifosi, giocando male, una delle peggiori partite dell'anno e sembrando a tratti spaesato, scatenendo la rabbia dei supporters irpini a fine partita.

Qui ci si consenta una piccola parentesi: va bene la delusione, va bene la rabbia, va bene anche la contestazione per aver giocato nel peggiore dei modi il match dell'anno, ma certe scene che tutti abbiamo condannato su altri campi in altri frangenti preferiremmo non vederle da parte dei tifosi irpini. Se qualcuno avesse visto la scena senza sapere nulla dei verdetti del campionato, avrebbe pensato che la squadra retrocessa fosse l'Avellino.

Sicuramente la delusione è cocente perché il sogno playoff, cullato e inseguito per tutto l'anno, è sfuggito nel peggiore dei modi, ovvero mancando l'ultima vittoria. Ma sbollita la rabbia e analizzando il tutto a mente un po' più fredda, possiamo comunque archiviare con un giudizio positivo questa stagione. Certo ora è dura, ma l'Avellino ha iniziato questa stagione con l'obiettivo dichiarato della salvezza, ha disputato un girone di andata al di sopra delle proprie aspettative e poi ha vissuto di "rendita" per tutto il girone di ritorno, dove ha disputato un campionato men che mediocre. Ventidue punti da febbraio in poi non sono un gran bottino neanche per una squadra che si deve salvare e i campionato vanno analizzati nella loro interezza, non per metà. Troppi punti si sono persi soprattutto fuori casa, dove l'Avellino ha vinto solo 4 volte, perdendo 7 e pareggiandone 10; troppi errori arbitrali hanno penalizzato il cammino dei Lupi.

Eppure il tanto agognato "pass" era lì, alla portata, bisognava vincere a Padova e l'Avellino non lo ha fatto. Potrebbe bastare questo per dire che di fatto sul campo non ha saputo guadagnarsi i playoff. Tra l'altro con questo andamento fuori casa non sappiamo quanto cammino avrebbe potuto fare nel corso degli spareggi. Certo sarebbe stato solo una soddisfazione e un premio ulteriore per un campionato positivo da matricola, ma resta appunto un campionato positivo. L'Avellino ha quanto meno la certezza di partire dalla B il prossimo anno, detta così può sembrare un ridimensionamento delle aspettative, ma considerate le ultime stagioni in cadetteria, è un grande traguardo. Vogliamo ripartire dagli applausi di domenica scorsa al Partenio, dalle emozioni che la squadra ha saputo regalarci quest'anno. Sperando di viverne ancora, e magari di più belle ancora, il prossimo anno.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 30 maggio 2014 alle 23:08
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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